Era la quindicesima tappa, la più dura del Giro d'Italia 2011, 229 chilometri da Conegliano a GardecciaVal di Fassa. Non ha vinto un big: il successo finale è infatti andato allo spagnoloMikel Nieve, ventiseienne in forza al team Euskaltel-Euskadi, in avanscoperta già dai primi chilometri di gara. Secondo all'arrivo – ma si consola con la maglia verde – un altro dei fuggitivi del mattino, Stefano Garzelli, ripreso da Nieve proprio all'inizio dell'ascesa finale; terzo, a 1'50", il leader della generale Alberto Contador. Indietro di pochi secondi Michele Scarponi, mentre l'altro italiano Vincenzo Nibali, protagonista sulla discesa del Giau, si è staccato in salita e ha concluso a 3'35" dal vincitore di giornata. Contador consolida il primato nella generale: ora sul secondo gradino del podio virtuale c'è Scarponi, a 4'20", terzo è Nibali a 5'11". Domani si rispetta il secondo giorno di riposo, martedì si riparte con la cronoscalata sul Nevegal.
Sul piazzale del Rifugio Gardeccia, quota 1948 m s.l.m., era posto l'arrivo della tappa odierna, 229 chilometri con partenza da Conegliano
Solo alcuni numeri: sette ore e mezza in sella, 229 chilometri, la bellezza di seimila metri di dislivello complessivo, quattro Gran Premi della Montagna più la Cima Coppi, punto più alto di tutto il Giro. Dati alla mano quella di oggi – frazione conclusiva, dopo Großglockner e Zoncolan, del trittico alpino di questo fine settimana – risultava essere la tappa più dura in assoluto di questo novantaquattresimo Giro d'Italia 2011. Il via era a Conegliano, in provincia di Treviso, l'arrivo al Rifugio Gardeccia, in Val di Fassa.
Solo una trentina di chilometri di gara e subito si affrontava la salita di Piancavallo (GPM di prima categoria in vetta, ai 1290 m s.l.m.); poi, dopo il passaggio per Longarone, a ricordare il disastro del Vajont, si tornava a salire. Al chilometro 123 era situato il secondo GPM, quello di Forcella Cibiana (1530 m, seconda categoria, ascesa di 10,2 km con pendenze medie del 7%); quindi, percorso un falsopiano di 20 chilometri fino a Cortina d'Ampezzo, una nuova salita attendeva gli atleti, 15,9 km con punte del 16%, questa volta verso la Cima Coppi, i 2236 metri del Passo Giau. Ma ancora non era finita: alla discesa del Giau seguiva la salita del Passo Fedaia, 13,4 km con punte del 18% fino a 2057 m di quota (GPM di prima categoria), e alla nuova discesa l'ultima fatica, i 6,2 chilometri al 10% di media (e punte del 16%, con annesso GPM di prima categoria) fin su ai 1948 metri del Rifugio Gardeccia.
Sull'ascesa del Giau ha attaccato in solitaria Hoogerland; ha risposto Garzelli, che si è riportato sull'olandese, lo ha lasciato sul posto e ha proseguito pedalando in solitaria con regolarità. È andata proprio del varesino, vincitore del Giro 2000, la Cima Coppi edizione 2011, secondo Nieve a 46", poi gli altri 15 fuggitivi (Aramendia si era staccato). Il gruppo maglia rosa ha scollinato compatto; in discesa è arrivato invece l'attacco di Vincenzo Nibali, abile a guadagnare, sfruttando le doti di discesista, 35 secondi su Contador in 17 chilometri. Intanto che Garzelli, ancora tutto solo, approcciava il Fedaia con 8'53" sui big, Nibali si rialzava e veniva ripreso dal gruppetto dei migliori, formato da una ventina di atleti. È cominciata l'ascesa del Fedaia, e numerosi fuggitivi sono stati ripresi. Proprio sul tratto più impegnativo della salita ha attaccato Contador. Gli sono rimasti a ruota José Rujano e Steven Kruijswijk, mentre Garzelli, sempre solo in testa alla corsa, scollinava (6'25" il vantaggio sul gruppo) e Igor Antón e Vincenzo Nibali si staccavano, in evidente difficoltà. Ma in discesa l'uomo Liquigas-Cannondale, che al GPM perdeva 57" dalla maglia rosa, ha ancora una volta dimostrato la propria abilità nel pennellare le traiettorie ed è rientrato su Contador e soci nell'arco di pochissimi chilometri. Ai meno 6 Nieve ha intanto ripreso il varesino dell'Acqua & Sapone e proseguito da solo sulla salita verso Gardeccia.
Stefano Garzelli è la nuova maglia verde. Aveva già vestito il simbolo di leader della classifica GPM al Giro di due anni fa
Poco dopo Scarponi, anche lui sulle rampe finali, ha tentato di staccare il leader della generale; questi ha risposto riprendendo il marchigiano e allungando. Questa volta nessuno è riuscito a stargli a ruota: ancora una volta il capitano della Saxo Bank-Sungard – pur con una certa flessione nell'ultimo chilometro della tappa – si è dimostrato il più forte in salita. All'arrivo ha potuto esultare il navarro Mikel Nieve, quasi ventisette anni (li compie il 26 maggio), al secondo successo tra i professionisti dopo la vittoria di Cotobello alla Vuelta 2010. Secondo a 1'41" un delusissimo Stefano Garzelli, rimasto in avanscoperta da solo per una sessantina di chilometri ma infine beffato proprio sull'ultima salita; poco più indietro Alberto Contador, e un bravo Michele Scarponi, capace di resistere e di perdere solo 6 secondi (14 totali considerando gli abbuoni) dalla maglia rosa. Peggio è andata a Nibali, costretto a cedere quasi due minuti a Contador, a Roman Kreuziger, ottavo a 4'01" da Nieve, e ad Antón, giunto all'arrivo con 7'59" dal compagno di squadra vincitore.
La nuova classifica generale parla di un ormai evidente dominio di Alberto Contador, che ora guida con 4'20" su Scarponi, 5'11" su Nibali e 6'20 sul sorprendente John Gadret, già vincitore della tappa di Castelfidardo. La maglia verde del Gran Premio della Montagna, invece, passa saldamente sulle spalle di Stefano Garzelli. Domani, con il secondo e ultimo giorno di riposo, i ciclisti proveranno a riprendersi dalle fatiche del trittico alpino di questo week-end. Martedì li attende la cronoscalata da Belluno (Piazza Martiri) all'altopiano del Nevegal, 12,65 chilometri con un dislivello complessivo di 660 metri e pendenze massime del 14%.
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