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Il movimento dei forconi (o solo "I Forconi") è un movimento politico italiano, che si definisce apartitico[1], fondato in Sicilia nel 2012 da Mariano Ferro, un imprenditore agricolo di Avola[2]. Variegate sono le rivendicazioni, fra cui: sovranità monetaria, una nuova legge elettorale, tagli alla burocrazia, opposizione alle politiche di austerità e alla globalizzazione economica[2][3][4].

Il movimento si è posto all'attenzione politica nazionale nel dicembre 2013, con azioni di «protesta generalizzata» in varie località e città d'Italia[2][3][5].

Fatti principali

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Il movimento comincia la propria attività di protesta nell'estate del 2011[6], proteste poi proseguite fino all'inizio del 2012, periodo in cui, partendo dalla Sicilia, i suoi aderenti organizzarono diversi scioperi e blocchi stradali in tutta Italia, causando notevoli disagi[7][8]; parte delle manifestazioni godettero dell'appoggio di sindaci presenti con la fascia tricolore e che fornirono i mezzi di trasporto ai protestatari provenienti da aree remote[9].

Queste manifestazioni, secondo un'analisi del Censis, fecero parte di un movimento più ampio di reazioni inscenate da categorie professionali (tra cui anche tassisti, farmacisti, avvocati, autotrasportatori e autisti di bisarche) quale "reazione ai tentativi di introdurre meccanismi concorrenziali o per ragioni fiscali"[10]. Tali movimenti di protesta riempirono le cronache dei giornali" ma riuscirono a mobilitare una solidarietà abbastanza bassa dell'opinione pubblica, di poco inferiore al 40% degli italiani, con punte minime ancor più basse, fino al 34,1%, tra i ceti sociali più bassi[10].

Elezioni amministrative del 2012

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Alle elezioni regionali in Sicilia del 2012, due dei candidati alla carica di presidente della Regione Sicilia facevano esplicito riferimento al movimento dei forconi: il fondatore, Mariano Ferro, è stato il candidato alla presidenza della lista "Il popolo de I forconi", mentre altri esponenti del movimento, legati a Martino Morsello, hanno candidato Cateno De Luca, sindaco di Santa Teresa di Riva, a leader della lista "Rivoluzione Siciliana", con il sostegno anche di Forza Nuova, Vittorio Sgarbi e Carlo Taormina;[11] Ferro ha ottenuto l'1,55%, mentre De Luca l'1,23%.

"Fermiamo l'Italia"

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In occasione delle proteste del dicembre 2013 i forconi e le altre sigle si sono raggruppate nel "Coordinamento Nazionale 9 dicembre 2013", guidato da Danilo Calvani e Mariano Ferro[12] e hanno organizzato in tutta Italia una diffusa mobilitazione iniziata il 9 dicembre, denominata "Fermiamo l'Italia".[3] In particolare, si sono avute manifestazioni a Torino, in Liguria, a Milano, nel Triveneto, e in Emilia-Romagna.[3] Anche il Sud Italia è stato interessato da azioni di protesta, in particolare le regioni Puglia, Campania e Sicilia.[3] Epicentro della protesta è stata la città di Torino, dove si sono verificati anche diversi scontri con la Polizia.[5] Tali manifestazioni sono consistite essenzialmente nell'occupazione di spazi pubblici quali piazze, strade, svincoli e caselli autostradali, con conseguente blocco del traffico nelle aree interessate dalla protesta, e chiusura, anche forzata[13], di alcune attività commerciali.

Tra le immediate richieste del movimento, nelle manifestazioni del 2013, ci sono le dimissioni del Governo Letta e del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, lo scioglimento delle camere, la costituzione di un governo provvisorio presieduto dalle Forze dell'Ordine[14] e l'indizione di nuove elezioni.[5][7]

Un sondaggio realizzato il 12 dicembre 2013 per Matrix da IPR Marketing ha riportato che il 59% degli interpellati appoggia i forconi ma non condivide la violenza[15].

Sostegno da gruppi di opposizione

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In favore del movimento si sono espressi la Lega Nord e il MoVimento 5 Stelle.

Beppe Grillo, leader dei Cinque stelle, ha affermato che la protesta è legittima e fondata, perché si inquadrerebbe in un momento politico in cui soggetti politici e istituzionali sono, a suo parere, privi di ogni forma di legittimità.[16]. Grillo ha definito gli episodi di protesta del 9 dicembre come "l'inizio di un incendio o l'annuncio di future rivolte forse incontrollabili"[16][17].

Anche la Lega Nord con Matteo Salvini si è apertamente schierata dalla parte dei manifestanti[18].

Risonanza internazionale

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Le proteste messe in atto su tutto il territorio italiano hanno fatto sì che la notorietà del movimento dei forconi valicasse i confini nazionali, finendo sulle prime pagine di alcuni importanti giornali della stampa estera:

  • In Gran Bretagna, la BBC riconosce nei Pitchforks un'anima politica populista, e paragona le sue manifestazioni alle prime proteste portate avanti dai grillini.[19]
  • In Francia il quotidiano on line Le Point paragona i forconi ai Bonnets rouges francesi, il movimento bretone che ha contestato l'ecotassa inducendo il governo francese ad annunciare una vasta riforma fiscale.[20]
  • Nel mondo arabo, un articolo di Al Jazeera sostiene che le proteste dei forconi rivelano la frustrazione economica in atto in Italia.[21]

Caratteristiche e ideologia

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Fondatore e ideatore della protesta, con "Il Popolo de I Forconi", è Mariano Ferro, ex appartenente al Movimento per le Autonomie.[4] Alla protesta si sono poi aggiunti diverse organizzazioni di categoria del mondo dell'agricoltura e dell'autotrasporto, associazioni civiche locali, gruppi ambientalisti,[4] tra cui i Cobas del latte,[3], studenti e disoccupati[13], i "Liberi Imprenditori Federalisti Europei" di Lucio Chiavegato, con base in Veneto e coordinatori del movimento nel Nord Italia,[7] il "Movimento Autonomo degli Autotrasportatori" di Augusto Zaccardelli, che si occupa invece del Sud,[7] e altre sigle come "Azione rurale Veneto", "Associazione Autotrasportatori Liberi" e "Comitati Riuniti degli Agricoltori".[3]

Composizione

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La composizione del movimento dei forconi è molto eterogenea: alla base iniziale del 2011, costituita da autotrasportatori e legata a fermenti dell'autonomismo siciliano, si sono poi aggiunti diversi gruppi di agricoltori, operai, venditori dei mercati e ultras del calcio italiano[5], questi ultimi anche di fazioni di tifoserie irriducibilmente opposte[13]. Molti degli aderenti fanno riferimento a partiti o movimenti di estrema destra, come per esempio Forza Nuova[5] e Casa Pound ma nelle manifestazioni, comunque, non sono stati esposti simboli di partiti o movimenti politici.

Rivendicazioni ideologiche

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Le proteste dei forconi sono rivolte principalmente contro le istituzioni e la classe politica,[4] contro la globalizzazione,[3] contro l'Unione Europea e l'euro.[3] Altri temi ispiratori del movimento sono l'opposizione alla fiscalità statale e alle azioni di recupero coattivo dei crediti vantati dall'erario e dagli enti previdenziali[4][22] e critiche al sistema bancario[23]: tra le richieste avanzate in tal senso ci sono la defiscalizzazione dei costi dell'energia elettrica e il blocco delle procedure esecutive promosse da Equitalia.[4] Andrea Zunino, portavoce del Coordinamento Nazionale 9 dicembre 2013, ha dichiarato: «Vogliamo le dimissioni del Governo. Vogliamo la sovranità dell'Italia, oggi schiava dei banchieri, come i Rothschild», aggiungendo che «è curioso che cinque o sei tra i più ricchi del mondo siano ebrei, ma è una cosa che devo approfondire»[13][24][25].

Duncan McDonnell, docente di scienza della politica allo European University Institute di Firenze, interpreta il fenomeno come l'espressione di un'evidente crisi della rappresentanza, in una fase politica della storia d'Italia connotata dall'esistenza di ampie fasce della società che si sentono inascoltate, "non rappresentate da alcuno – partiti politici, sindacati, gruppi d'interesse e professioni"[16].

Rapporti con le forze di polizia

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Il movimento sostiene che le forze dell'ordine debbano farsi carico di un governo provvisorio che, nelle intenzioni del movimento, dovrebbe prendere le redini del paese a seguito della esautorazione, da loro auspicata, degli organi costituzionali di vertice (Parlamento, Presidente della repubblica e governo)[14]. Per questo, ha destato particolare scalpore il fatto che, durante le manifestazioni del 2013, molti poliziotti (e alcuni militari dei Carabinieri e della Guardia di Finanza) si siano tolti il casco e abbiano deposto gli scudi[26]. Il gesto è stato interpretato da molti manifestanti come l'espressione di un segno di solidarietà delle forze dell'ordine nei loro confronti. Per contro, la Questura di Torino, il Ministero dell'Interno, tramite lo stesso ministro Angelino Alfano, e molti sindacati di Polizia hanno minimizzato la portata di quei gesti, sostenendo l'essersi trattato di una semplice azione distensiva resa possibile dal contesto pacifico della protesta. Beppe Grillo ha rivolto una lettera aperta alle forze dell'ordine chiedendo loro "di togliersi il casco e di fraternizzare con i cittadini"[17]. I sindacati SIULP (Sindacato Italiano Unitario Lavoratori di Polizia) e UGL, oltre ad alcuni stessi poliziotti, hanno invece affermato di aver compiuto il gesto per solidarietà, pur continuando a esercitare le funzioni di tutela dell'ordine pubblico[27][28].

Critiche e aspetti controversi

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Soprattutto a seguito delle proteste del dicembre 2013, il ministro dell'Interno ha paventato il rischio che il movimento possa avere derive ribellistiche[29]. La stampa ha segnalato, da parte di alcuni manifestanti, sia minacce nei confronti dei commercianti che non aderivano alle manifestazioni[5] sia minacce nei confronti di soggetti come Cinzia Franchini, presidente di CNA Fita (associazione di autotrasportatori aderenti alla Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa), che avevano preso le distanze dalle proteste[29].

Un leader del movimento, Andrea Zunino, ha sollevato molte proteste affermando in un'intervista che a rendere schiava l'Italia sarebbero i banchieri ebrei[13] e che «non ho le prove ma penso che Hitler, che probabilmente era pazzo, si sia vendicato con l'antisemitismo del voltafaccia dei suoi iniziali finanziatori americani»[24].

Ha creato sconcerto ed è stato stigmatizzato[30] un altro episodio, avvenuto in una libreria di Savona: «i manifestanti hanno fatto irruzione nel negozio urlando "Chiudere la libreria! Bruciare i libri!"»[13].

  1. Statuto
  2. 2,0 2,1 2,2
  3. 3,0 3,1 3,2 3,3 3,4 3,5 3,6 3,7 3,8
  4. 4,0 4,1 4,2 4,3 4,4 4,5
  5. 5,0 5,1 5,2 5,3 5,4 5,5
  6. Global Voices Online, Europa in crisi. La voce dei citizen media, Global Voices Books, 2012 (p. 83).
  7. 7,0 7,1 7,2 7,3
  8. Censis, La crisi della sovranità, Un mese di sociale, Franco Angeli, 2012 (p. 60)
  9. Giacomo Di Girolamo, Cosa grigia. Una nuova mafia invisibile all'assalto dell'Italia, FrancoAngeli, 2012 (p. 162)
  10. 10,0 10,1 Censis, La crisi della sovranità, Un mese di sociale, FrancoAngeli, 2012 (p. 75)
  11. 13,0 13,1 13,2 13,3 13,4 13,5 Lizzy Davies, Italy hit by wave of Pitchfork protests as austerity unites disparate groups, The Guardian, 13 dicembre 2013.
  12. 14,0 14,1
  13. Sondaggio IPR Marketing sui Forconi
  14. 16,0 16,1 16,2 inglese Lauren McCauley, 'Spiral of Rebellion' Sweeps Italy. Pitchfork movement organizers vow 'peaceful invasion' of Rome until ruling regime steps down, Common Dreams, 14 dicembre 2013
  15. 17,0 17,1 Lettera aperta ai responsabili delle forze dell'Ordine, beppegrillo.it, 10 dicembre 2013
  16. Salvini: Forconi entrino in Parlamento, w:Rai News, 11 dicembre 2013
  17. Santo Cullura, Pitchfork protests rattle Italian government, BBC News, 13 dicembre 2013
  18. Les Forconi, les bonnets rouges italiens
  19. Pitchfork protests reveal economic frustration in Italy
  20. Pino Aprile, Giù al Sud: perché i terroni salveranno l'Italia, Piemme, 2011 (p. 70)
  21. Pino Aprile, Giù al Sud: perché i terroni salveranno l'Italia, Piemme, 2011 (p. 73).
  22. 24,0 24,1 Forconi, il leader se la prende con i “banchieri ebrei”: bufera sul movimento, Il Messaggero, 13 dicembre 2013
  23. Forconi, Andrea Zunino: "Italia schiava di banchieri ebrei". Lo sdegno delle Comunità Ebraiche: "Affermazioni deliranti", w:The Huffington Post, 13 dicembre 2013
  24. Via i caschi, baci, strette di mano. I gesti dei poliziotti sono un caso, w:Corriere della Sera, 10 dicembre 2013
  25. Protesta dei forconi, il poliziotto a capo scoperto: «Anche noi oppressi dalle tasse», Corriere della Sera, 10 dicembre 2013
  26. Forconi, intervista a Felice Romano segretario del Siulp: "Noi poliziotti nelle proteste vicini ai cittadini: non riusciranno a dividerci", L'Huffington Post, 10 dicembre 2013
  27. 29,0 29,1 Forconi a Ventimiglia, sbloccati gli accessi. Minacce di morte a leader CNA

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