Scontro aperto tra Italia e Croazia, Prodi difende il Quirinale
martedì 13 febbraio 2007
È scontro frontale tra Italia e Croazia: a seguito del duro attacco che il presidente croato Mesic ha rivolto al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il cui discorso sulle foibe è stato definito razzista e revisionista, è il premier Romano Prodi, dall'India, a intervenire in difesa del Quirinale.
Prodi ha infatti espresso il suo "sdegno" per le critiche piovute su Napolitano, definendole "assolutamente ingiustificate, poiché arrivano dopo un lungo periodo di collaborazione" e sono state avvertite dal Paese come "un colpo basso, quasi a sorpresa" lanciato da Zagabria. Sull'onda dello sdegno di Prodi, che ricorda il suo personale pressing per favorire l'ingresso della Croazia nell'Unione Europea, c'è Gianfranco Fini, il quale definisce l'attacco del presidente croato "un autogol per l'ingresso in Europa". Massimo D'Alema, ministro degli Affari Esteri, ha dunque deciso di annullare la missione diplomatica del sottosegretario Bobo Craxi prevista a Zagabria per mercoledì 14, convocando inoltre l'ambasciatore croato per far fronte ad una vera e propria crisi diplomatica tra Roma e Zagabria.
Mentre dai Balcani c'è chi stempera i toni, gettando acqua sul fuoco, il presidente croato torna all'attacco polemizzando sulla "revisione dei trattati di pace del 1947", peraltro non richiesta dal Quirinale. Ora, Zagabria teme gli effetti che un simile scontro con l'Italia arrecherà inevitabilmente al processo di entrata nell'Unione: uno stop alle trattative risulta quasi certo, anche perché le tensioni con Roma paiono non allentarsi, con risvolti imprevedibili sullo scenario europeo.
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Fonti
- «Foibe, Prodi: "Sdegnato per quelle parole"; Mesic: "Inaccettabile ogni revisione dei trattati"» – la Repubblica, 13 febbraio 2007.