Roma, nozze in articulo mortis per il militare ferito in Afghanistan

sabato 29 settembre 2007

Ieri, all'ospedale militare del Celio, a Roma, il militare italiano rimasto ferito dopo il rapimento in Afghanistan e tenuto in vita dal respiratore artificiale e la sua compagna, dalla quale aveva avuto tre figli, si sono uniti in matrimonio in articulo mortis, una celebrazione che si applica in casi straordinari, solamente quando la morte di uno dei due coniugi è imminente, e che rappresenta un matrimonio a tutti gli effetti. Il codice di diritto canonico stabilisce così, al canone 1068 e seguenti, nelle competenze dei sacerdoti, la celebrazione straordinaria del matrimonio in questo particolare caso.

Per Lorenzo D'Auria, 32enne agente del SISMI (i servizi segreti italiani) non ci sono più speranze di ripresa, come detto dai medici, poiché le ferite hanno colpito due parti del corpo (collo e petto) che sono toccate dalle arterie più importanti di tutto l'apparato sanguigno.

Con questo matrimonio, celebrato soprattutto come atto d'amore, la vedova di D'Auria potrà avere diritto alla pensione per morte in servizio del coniuge, particolare questo considerato molto importante anche dal padre della donna.

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