Malonno: bandiera nera da Legambiente

venerdì 26 luglio 2008

Panorama di Malonno
Il territorio di Malonno in Valle Camonica

È iniziata oggi la settima "Carovana delle Alpi", promossa da Legambiente, che attraverserà l’arco alpino conferendo le proprie "onorificenze": le bandiere verdi per quegli enti virtuosi con idee positive di sviluppo locale, e le bandiere nere, che segnalano le ferite aperte nel territorio.

L'unico vessillo nero della provincia di Brescia viene assegnato quest'anno al comune di Malonno, con la motivazione: «scelte urbanistiche devastanti per il fondovalle camuno e per aver ostacolato di fatto la realizzazione dell'impianto di depurazione delle acque del comprensorio dell'alta Valle Camonica, con responsabilità rilevanti sull'inquinamento del fiume Oglio e del Lago d'Iseo».

Accuse particolarmente gravi, che hanno fatto andare su tutte le furie il sindaco Augusto Simoncini: «Prima di dare giudizi, questi signori di Legambiente dovrebbero conoscere a fondo i problemi, non andare avanti a slogan. E se ci danno i posti di lavoro, noi non cementifichiamo niente, anzi ci mettiamo i costumi tipici e ce ne andiamo in giro così».

Per quanto riguarda il depuratore, dopo anni di discussioni sulla localizzazione assieme ai comuni di Edolo e Sonico, la destinazione dell’opera era stata assegnata al comune di Malonno, il più a valle dei tre. Sono passati anni, i finanziamenti sono stati approntati ed il gestore sarà lo stesso degli altri depuratori della valle, ovvero il Consorzio Valcamonica Servizi.

Il Sindaco Simoncini si difende: «Per quanto riguarda il depuratore, io personalmente ho detto sì a tutto, ho accettato qualsiasi condizione, ma purtroppo adesso non ci sono i fondi. Il finanziamento (risorse dei comuni di Malonno, Edolo e Sonico, fondi dall’Ato e della Regione Lombardia) copre il 60% del totale dei costi dell’opera. Gli altri soldi per adesso non ci sono: se Legambiente avrà la gentilezza di farceli avere, noi completeremo l’opera». Il costo totale dell’opera dovrebbe aggirarsi sui nove milioni di euro.

Quanto all'accusa di cementificazione selvaggia del fondovalle, dove è stata prevista una superficie edificabile di oltre 80.000 m2 - il fabbisogno reale del paese è stimato dagli stessi imprenditori locali in circa 10.000 m2 - in una delle poche aree pianeggianti ancora intatte della Val Camonica, la risposta è questa: «La nostra realtà, che conta 3300 anime, non vive di turismo - spiega Simoncini - certe politiche da noi non sono applicabili. Per creare posti di lavoro non ci resta che l’artigianato, oppure emigrare, ma questa soluzione non l’accetterò mai. Questi sono i problemi di Malonno, ma evidentemente Legambiente non li conosce e si diverte a dire quello che a loro pare. Ma a me non interessa, possono dire quello che vogliono, ci diano tutte le bandiere nere del mondo ma noi ci stiamo comportando bene».

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