Voti contestati: i primi dati

13 aprile 2006

Bandiera italiana
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Cominciano ad arrivare i dati elettorali pubblicati dai comuni delle grandi città: sommando Camera e Senato, i voti contestati a Roma sono 190, a Genova 68, 71 a Torino, a Milano 295, 33 a Firenze, 91 a Bari, 16 a Venezia. A Milano le schede contestate alla Casa delle Libertà sono un terzo rispetto a quelle non assegnate all'Unione: 30 contro 109. A Napoli, su 9 schede in forse, due terzi sono contestate all'Unione ed un terzo alla Casa delle Libertà. A Torino, 21 voti potrebbero essere assegnati al centrodestra; 13 al centrosinistra.

Le verifiche legali dei 70 000 voti contestati è iniziata ieri mattina. A lavorare ci sono cento giudici divisi in venti uffici. Ogni collegio dovrà quindi controllare circa 3.500 voti, più o meno il numero di elettori di tre seggi, cosa che fa sperare in un responso in tempi brevi.

Al momento, le preferenze oggetto di contestazione sarebbero «una percentuale minima, di certo non in grado di incidere sull'esito della consultazione», fanno sapere dagli uffici di Milano.

«La legge - spiegano - è chiara sul fatto che la preferenza vada espressa attraverso un segno chiaro e univoco, senza alcuna scritta». È accaduto, ad esempio, che qualcuno abbia apposto il nome di Fini sul simbolo della lista di Alleanza nazionale, o abbia disegnato una quercia su quello dei Democratici di Sinistra. «Voti che vanno considerati nulli». Dai primi dati ufficiosi il ribaltamento dell'esito del voto alla Camera sembra improbabile. In Veneto nella seconda circoscrizione su 20 schede contestate 4 sarebbero state recuperate per Forza Italia. A Napoli e Milano le contestate favorirebbero l'Unione. In Puglia sono stati ripescati finora per la Camera 150-200 voti contestati, con un leggero vantaggio per la Cdl. In Friuli, dopo il conteggio di tutti i voti contestati solo un voto in più per la Cdl. Gli uffici circoscrizionali hanno 48 ore di tempo per esprimere il loro verdetto. Entro oggi, quindi, queste schede dovrebbero essere assegnate ad una delle due coalizioni oppure dichiarate definitivamente nulle. Perché il risultato finale cambi dovrebbero essere attribuite quasi tutte alla Cdl, eventualità che appare difficile: di solito nei seggi i rappresentanti di lista puntano a pareggiare le contestazioni.

Dai dati finora a disposizione, inoltre, sembra sempre più chiaro che la maggioranza di queste circa 40 mila schede fanno parte delle schede contestate ma già assegnate e già conteggiate nei dati provvisori del Viminale, che non sono soggette a ripescaggio, ma al massimo ad annullamento in casi limitati. Le schede contestate e non assegnate sembrano consistere in poche migliaia di voti che in parte sono state ripescate in queste ore. A dimostrarlo sarebbe l'esiguità di schede recuperate fino ad ora, da poche unità a poche centinaia per regione, assegnate per lo più in pari misura ai due schieramenti. Per quanto riguarda la Camera, una volta terminato l'esame, l'ufficio elettorale della singola circoscrizione trasmetterà il risultato all'ufficio elettorale nazionale, presso la Corte di Cassazione a Roma, dove verranno raccolti i dati di tutto il Paese. Dopo aver elaborato i quozienti definitivi per ciascuna lista, l'ufficio nazionale li trasmetterà di nuovo agli uffici elettori locali, che assegnerà ufficialmente i seggi per la Camera dei deputati. Diverso l'iter riguardante il Senato. In questo caso, infatti, sarà lo stesso ufficio elettorale regionale a verificare i voti e a fare la proclamazione ufficiale.

La decisione sulla assegnazione dei voti deve essere assunta entro questa sera dagli uffici circoscrizionali, che invieranno poi tutta la documentazione alla Cassazione. L'alta Corte dovrebbe dare la parola definitiva sugli eletti entro Pasqua.


Fonti