Violenza in tv, si discute anche sui cartoon

sabato 12 aprile 2008

La città di Salerno

Al festival internazionale di animazione televisiva Cartoons on the Bay in corso a Salerno, si è discusso sulla diffusione dei cartoni animati, non più considerabili a priori adatti ai bambini. L'animazione si è infatti differenziata per tanti tipi di pubblico, al punto che non è più considerabile un genere televisivo, bensì un linguaggio, che può veicolare messaggi di ogni tipo.

Il dibattito, promosso da Raitrade e dal Comitato di applicazione del codice tv e minori, precede la ventura riunione del comitato stesso con altre rappresentanze, degli utenti, delle istituzioni, e delle emittenti, che probabilmente porterà all'introduzione della segnaletica già vigente per i film, anche per i cartoni animati.

Diverse serie televisive di disegni animati hanno infatti sollevato polemiche ed allarmi: Dragonball (segnalato nel 2007), I Griffin, Naruto; in generale, produzioni americane o giapponesi, mentre le serie europee, fra cui quelle italiane, non hanno finora sollevato allarmi.

Fra i pareri emersi quello di Elisa Manna, membro del comitato, che ha affermato: "è in atto una desensibilizzazione rispetto alla violenza", e registra che ci sono state quattro violazioni e sette raccomandazioni a prodotti in animazione, mentre Mussi Bollini di Raitre, contrario alla segnaletica, sostiene che la censura non serva, e che il problema sia da ricercare e nella scarsa cultura dell'infanzia, che ha fatto diventare un baby-sitter il televisore, e negli elevati dati di ascolto per un programma come Uomini e donne, che raggiunge il 56% nella fascia fra i quattro e i quattordici anni. Jaime Ondarza, amministratore delegato della Turner Italia e direttore di Boing, proprio per evitare una visione impropria eviterebbe persino di trasmettere programmi di successo, ma per adulti, come Adult Swim, che contiene al suo interno dibattiti e cartoni.

C'è stato spazio anche per la ricerca effettuata da Diana Salzano, docente universitaria a Salerno, e responsabile dell'Osservatorio violenza media minori, che ha diviso i vari tipi di violenza presenti nei disegni animati: esistenziale nella animazione giapponese, prettamente cinematica nei cartoon targati Warner Bros (Looney Tunes, Animaniacs, ecc.), linguistica in serie come South Park.

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