Viaggio umanitario del C.I.S.S. in Mauritania

martedì 4 ottobre 2011

Insegna dell'Ospedale di Nouadhibou (Mauritania)

Nel 2011 la Onlus C.I.S.S. (Cooperazione internazionale solidarietà sanitaria) di Canelli ha portato all’ospedale di Nouadhibou in Mauritania due tonnellate di materiale sanitario, fra cui due lampade sialitiche dell’ex ospedale di Asti, farmaci ed un’ambulanza.

La spedizione, da Canelli, è giunta in Spagna dopo 2000 km di viaggio senza sosta notturna, da dove sarebbe poi partita per Tangeri, in Marocco. Come spesso è avvenuto per altri viaggi umanitari in passato, anche in questo caso vi sono stati problemi e intoppi burocratici alla dogana di destinazione. Ciò nonostante, non è impossibile poter godere del paesaggio marocchino che, a dispetto di quanti ci si potrebbe aspettare per un Paese che si affaccia sul Sahara, vede la parte occidentale piena di verde e corsi d’acqua, mentre le montagne dell’Atlante sono addirittura ammantate di neve.

Il paesaggio, tuttavia, presto cambia radicalmente: dopo una sosta a Rabat e a Tiznit, il viaggio passa nella zona del Sahara Occidentale occupata dal Marocco. Qui, infatti, il panorama alterna savane dai colori rossastri a colori violetti o completamente bianchi, la sabbia è ovunque ed in alcuni tratti di strada è molto difficile procedere perché ha invaso l’intera carreggiata per il forte vento ed in alcuni punti è possibile rimanere insabbiati. Inoltre la presenza del fronte Polisario contribuisce ad accrescere la tensione. Per questi motivi si decide di procedere in fretta per quella zona: in caso si finisse insabbiati, infatti, la cittadina più vicina da raggiungere risulta lontana centinaia di chilometri. Si tratta di percorrere 1500 km, sulla vecchia tratta della Parigi-Dakar, i più difficili di tutto il viaggio, sotto un sole implacabile e con innumerevoli posti di blocco con militari gentili ma spesso troppo pretenziosi.

La spedizione arriva quindi a Layounne e Tan-Tan, con tutto il loro fascino dell’Oriente: la prima completamente rossa mentre l’altra di un azzurro tenue. La gente è sempre cordiale e gentile, compresi poliziotti e gendarmi.

Si prosegue quindi verso il confine mauritano. Il traffico è più scorrevole per l’assenza di camion e roulotte, mentre alla destra l’Oceano alterna viste simili al mare Adriatico italiano a luoghi con bellissime coste rocciose. Negli ultimi 460 km non si incontra più alcun villaggio e le pompe di benzina sono sempre più rare.

Il passaggio dal Marocco alla Mauritania è una delle zone più pericolose da sorpassare, non solo per via della sabbia, ma anche per la presenza di campi minati e di banditi con il “vizio” del sequestro. Per tale motivo appena entrati in Mauritania (dopo le solite lungaggini doganali), i membri del CISS decidono di prendere a bordo una guida.

Il viaggio quindi prosegue nella Mauritania inoltrata. Lungo la strada verso la città è possibile scorgere il famoso treno merci del ferro lungo oltre 2,500 km una delle attrattive della Mauritania con un viaggio epico di oltre 24 ore.

Il giorno seguente si giunge finalmente a Nouadhibou, presso il cui ospedale viene scaricato il materiale, ambulanza compresa, la prima per questo nosocomio, in cui abbondano le attrezzature rotte o prive di pezzi di ricambio. Segue una visita alla locale missione cattolica di padre Jerome, cui il CISS dona denaro per potere rifornire di farmaci l’infermeria.

Anche questa volta il CISS ha compiuto la propria missione umanitaria per aiutare bambini, donne e uomini della Mauritania, e, fra i loro sorrisi e saluti, si riprende la strada verso casa.

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