UEFA Europa League, il regista tv: "Sarà una sfida adrenalinica"

mercoledì 14 maggio 2014

TORINO, Juventus Stadium – C'è ancora un po' di Italia nella finale di UEFA Europa League. Oltre alla splendida cornice offerta dallo Juventus Stadium di Torino, il più moderno e tecnologicamente avanzato degli stadi italiani, in cabina di regia c'è Riccardo Poma, il più giovane "football match director" chiamato a dirigere una finale europea, coordinerà una produzione Mediaset senza confronti: 37 camere ad alta tecnologia, oltre 200 persone al lavoro, 65 mezzi regia (tra broadcast italiani e stranieri), 200 paesi collegati per una audience che si stima oltre il miliardo di persone. Per Poma è la prima finale europea. Lo raggiungiamo al telefono, mentre supervisiona la realizzazione dei contributi per le tv di tutto il mondo.

La diretta tv è una sfida nella sfida: sei pronto?

Non vediamo l'ora di cominciare. Sarà una sfida "adrenalinica" per noi: circa 60 persone che si preparano da mesi per raccontare il meglio possibile un evento di portata mondiale.

Non c'è una squadra italiana, in finale. La Juventus avrebbe potuto giocare in casa...

Sarebbe stato ancora più appassionante, ma è rappresentata comunque da un magnifico stadio.

Mediaset ha messo a disposizione mezzi straordinari. Viene da chiedersi come fai a vedere contemporaneamente tutte quelle camere.

C'è un metodo, naturalmente, chi fa le dirette televisive è abituato. E c'è anche la formazione: ogni tipo di camera ha una funzione e offre prestazioni differenti: la qualità del gioco in diretta, i replay, gli ipermotion e gli slow motion... io parlo con ogni singolo operatore, perché voglio ottenere il massimo dai mezzi e dalle persone, per raccontare nel miglior modo possibile non solo l'andamento della partita, la tattica, i protagonisti, ma anche proprio la bellezza del gioco del calcio.

C'è un'estetica, nella diretta di una partita?

Certo, e la tecnologia aiuta a esaltarla. C'è soprattutto l'emozione. Quando andavo allo stadio da ragazzino e stavo dietro la porta... magari non vedevo cosa succedeva dall'altra parte, ma era bellissimo quando vedevo l'azione arrivare. Ora con la regia io posso essere in ogni parte del campo, e condividere questa emozione con il pubblico.

Sai già come racconterai la partita?

Prima, i fondamentali: vedere sempre la palla in movimento, mai interrompere il gioco. Il replay deve servire per chiarire e spiegare. Poi, c'è la possibilità di arricchire il racconto, con le espressioni, le coreografie del pubblico, il colpo di tacco.

Puoi farci un esempio di scelta "stilistica"?

Quando l'attaccante segna un gol, spesso vediamo la palla in rete, ma ci perdiamo parte di quello che succede dopo. Noi ci teniamo pronti a riprendere non solo il tiro e la palla, ma anche il giocatore che corre via, la sua esultanza, la delusione del portiere, il pubblico... L'emozione ha tanti volti e da regista - da "primo spettatore" - non voglio perdermene nemmeno uno.

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