Tra scienza e mito sulle tracce di Amundsen

venerdì 27 febbraio 2009


La misteriosa fine dell'esploratore norvegese Roald Amundsen potrebbe presto essere svelata grazie al progetto di ricerca che la Marina norvegese ha intenzione di effettuare entro agosto 2009 nelle acque del mare di Barents.

Servendosi infatti della nave "Tyr", di quella della guardia costiera "Harstad" e del robot sottomarino "Hugin", l'intento è quello di ritrovare il relitto del Latham 47, l'idrovolante francese con il quale l'esploratore nordico sì inabissò il 18 giugno 1928 nelle acque gelide del mare di Barents, insieme al connazionale Leif Dietrichson e a quattro compagni di spedizione francesi.

La missione dovrebbe scandagliare quasi 70 km² di una zona posta a nord-ovest dell'isola degli Orsi e per la riuscita dell'operazione si fa molto affidamento sul supertecnologico robot "Hugin", un apparecchio completamente automatico in grado di funzionare per più di diciotto ore consecutive e dotato di un dispositivo sonoro con una risoluzione di cinque centimetri.

Il suo progettista, Bjørn Jalving, assicura che se il relitto del velivolo si trovasse nelle acque perlustrate da Hugin, questo lo troverebbe di sicuro.

Una volta recuperato spetterà poi alle autorità norvegesi e a quelle francesi mettersi d'accordo sulla proprietà del relitto e sul suo utilizzo.

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