Terzigno: continuano gli scontri tra i manifestanti e le Forze dell'ordine

Terzigno, venerdì 22 ottobre 2010
Ancora disordini e scontri questa notte a Terzigno, il comune della provincia di Napoli che dovrà ospitare un nuovo centro di raccolta rifiuti. Le Forze dell'ordine e i più animosi tra i manifestanti che si oppongono all'apertura della discarica si sono di nuovo fronteggiati a suon di sassaiole e razzi da una parte, cariche dall'altra. C'è al momento un fermato per detenzione di materiale esplodente.

Dopo che già l'altro ieri un autobus era stato dato alle fiamme, anche nella nottata tra ieri e oggi sono continuati i tafferugli. Verso le 22:40 gli agenti reagiscono con una carica conseguentemente allo sparo di una decina di razzi. Gli scontri andranno avanti per almeno cinque ore. Volano sassi, petardi, fuochi d'artificio a bassa quota e pure, dettaglio riferito dalla Polizia, anche qualche molotov. Arrivano quindi i rinforzi, tutti in assetto antisommossa: tra loro anche un gruppo di finanzieri e un nucleo dell'Arma dei Carabinieri. Un elicottero intanto sorveglia la zona dall'alto.

I manifestanti riescono poi a interrompere l'illuminazione di via Panoramica, la strada che congiunge Terzigno con il contiguo abitato di Boscoreale; le Forze dell'ordine rispondono con il lancio di lacrimogeni e con qualche carica per disperdere il centinaio di facinorosi. Verso le quattro di notte è già possibile fare un breve bilancio dei feriti, sarebbero numerosi tra entrambe le parti. Tre persone vengono fermate per essere identificate, una di loro ha diverse accuse a carico: adunata sediziosa, detenzione di materiale esplodente, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale.

Viene anche bruciata una bandiera italiana: «Questa è la nostra democrazia. State proteggendo i mafiosi. Vergognatevi» sono le grida di protesta. Durissime le lamentele dei manifestanti più pacifici, uno di loro denuncia: «Ci hanno caricato mentre eravamo nel gazebo allestito sulla strada. Non stavamo facendo niente, abbiamo subito una violenza gratuita». E pure i giornalisti presenti testimoniano di essere stati «colpiti da agenti con manganelli e scudi» nonostante avessero «specificato di essere lì per lavoro».

Il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, dal canto suo intanto prova a rassicurare la popolazione, sostenendo l'assenza di rischi per la salute: secondo uno studio già svolto l'anno scorso, i cattivi odori infatti non comporterebbero rischi, anche se «oltre a dare fastidio possono ridurre la qualità di vita dei cittadini». Fazio ha invece diffidato dal «bruciare rifiuti in modo non controllato perché si producono diossine», notoriamente tossiche e cancerogene.

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Fonti

 
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