Paolo Attivissimo: i miei "2 cents" su giornalismo, Wikipedia e progetti fratelli: differenze tra le versioni

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'''W@H''': ''Come ti è venuta in mente l'idea di creare un servizio antibufala<ref>http://antibufala.info/</ref>? Lo ritieni la parte più importante della tua attività? Per i lettori di lingua italiana, il tuo è ormai il sito di riferimento sulle [[w:leggenda metropolitana|leggende metropolitane]]: quando lo hai lanciato, ti aspettavi che lo sarebbe diventato?''
 
::'''Attivissimo''': Tutto nacque dalla mia pigrizia – pardon, ricerca della massima efficienza. Nei miei primi libri e nella newsletter che scrivevo vari anni fa (troppi anni fa) avevo citato alcune [[w:Bufala (burla)|bufale]] molto popolari, sperando di chiarirle una volta per tutte. Ma continuavano ad arrivarmi e-mail di lettori che chiedevano chiarimenti sulle medesime bufale già indagate. Ogni volta cercavo di rispondere con uno spiegone dettagliato, ma questo alla lunga mi portava a dedicare troppo tempo alla posta ed era piuttosto ripetitivo.
::Così ebbi l'idea fatale di risolvere il problema pubblicando una paginetta Web con le medesime cinque o sei bufale e le relative spiegazioni, in modo da poter rispondere ai lettori "Vai qui che trovi tutto spiegato per bene". Mal me ne incolse: infatti cominciarono ad arrivare ancora più mail, con richieste di indagare su altre bufale non presenti nella paginetta antibufala.
::Iniziai a indagare su queste altre bufale, nella vana speranza di completare il repertorio, e scoprii che le bufale sono infinite: ne nascono nuove in continuazione e quelle vecchie mutano e si trasformano senza mai morire.
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::'''Attivissimo''': Per l'amor del cielo, no! Le regole che applico nel mio cantuccio digitale sono già scritte nelle norme di deontologia professionale che ogni giornalista sottoscrive (almeno formalmente). Basta guardarsi in giro, facendo per esempio un po' di confronti fra il giornalismo nostrano e quello di stampo anglosassone, per capire cosa si deve fare.
::Se posso dirla tutta, credo che la maggior parte dei giornalisti sappia di comportarsi in modo professionalmente scorretto, ma soprassieda perché così fan tutti e se non si fa così non si campa. Non c'è bisogno di scuole o corsi di formazione: una persona onesta sa già cosa deve fare o non fare. La separazione netta fra resoconto dei fatti e opinioni personali, la prudenza nel raccogliere informazioni da più fonti, il ricorso agli esperti di settore sono concetti evidenti per chi usa il buon senso.
 
 
 
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