Giornalismo è libertà: fare stampa nel XXI secolo è ancora possibile?: differenze tra le versioni

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([[w:Anna Stepanova Politkovskaja|Anna Politkovskaja]], assassinata.)
 
Oggi ricorre il primo anniversario della morte di [[w: Daphne Caruana Galizia|Daphne Caruana Galizia]], la [[w:giornalista|giornalista]] e [[w:blogger|blogger]] [[w:Malta|maltese]] violentemente assassinata in un pomeriggio di ottobre dell'[[w:2017|anno scorso]], dall'esplosione di una bomba nella sua automobile. Quale migliore momento per tornare a riflettere su quanto sia importante la [[w:libertà|libertà]] di fare giornalismo, la libertà di informare i lettori su ciò che forse può essere importante anche per loro stessi. La totale imparzialità, come affermava [[w: Gaetano Salvemini|Salvemini]], non esiste ma l'onestà intellettuale e la ricerca costante del vero da condividere con i lettori, oggi e da sempre, può rivelarsi davvero pericolosa per chi esercita la professione più amata da alcuni (e più odiata da altri) in tutto il mondo fin da quando esiste. Spesse volte, si tende a dimenticare che la [[w:libertà di stampa|libertà di stampa]] è la massima espressione della democrazia all'interno dello [[w:Stato di diritto|Stato di diritto]], in quanto diviene lecito il dissenso, si aprono dibattiti, si fa in modo che la società stessa progredisca grazie ai flussi ininterrotti di idee che passano attraverso la carta stampata (ed oggi attraverso i [[w:mezzi di comunicazione di massa|media]] in generale), naturalmente nel rispetto della morale. Ciò è garantito in [[w:Italia|Italia]] dall'[[w:Articolo 21 della Costituzione Italiana|articolo 21 della Costituzione]], ma non è sempre stato così nel corso dei tempi. Un esempio lampante di quanto il diritto di espressione per mezzo dei media sia stato oggetto di vere e proprie lotte di rivendicazione è la storia di [[w:John Wilkes|John Wilkes]], che nel [[w:1763|1763]] riuscì a scatenare un vero e proprio terremoto politico nell'[[w:Regno Unito|Inghilterra]] di [[w:Giorgio III del Regno Unito|Giorgio III]], riuscendo ad ottenere una possibilità importantissima: criticare liberamente l'operato dello Stato senza incappare in sanzioni o condanne, lievi o gravi che fossero, oltre a poter divulgare i dibattiti parlamentari integralmente. Anche se la grande innovazione è dovuta a John P. Zenger, sicuramente fautore indiretto (grazie ad una sentenza molto nota all'epoca della rivoluzione americana, che costituisce un precedente negli ordinamenti di stampo anglosassone) del [[w: I emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d'America |Primo Emendamento della Costituzione Americana]], l'atteso riconoscimento legale della libertà di stampa nella sua interezza all'interno della [[w:Costituzione|legge fondamentale]] più antica tuttora in vigore.
 
Messaggeri di verità o ficcanaso a contratto che siano, però, a tutt'oggi la situazione continua a non essere delle migliori. Secondo il rapporto “[[w:Freedom of the Press|Freedom of the Press]] 2017", pubblicato annualmente da [[w:Freedom House|Freedom House]], il 66,5% dei paesi mondiali ha un'informazione semi-libera o non libera. Neanche lo scorrere del tempo, dunque, ha cancellato le tracce del passato. Questo dato fa riflettere: è impensabile affrontare temi come la globalizzazione (che implica per natura la circolazione delle informazioni) se in questo istante (proprio come in ''[[w:Sostiene Pereira|Sostiene Pereira]]'' di [[w:Antonio Tabucchi|Tabucchi]]) in 2 paesi su 3 ad un giornalista non è permesso di svolgere liberamente il proprio lavoro e probabilmente in uno di questi si sta assistendo all'arresto di qualche professionista della parola.
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Ciò che si pensa è che la panoramica che emerge da questi dati, fortemente allarmante per la società odierna e per le [[w:organizzazione internazionale|organizzazioni internazionali]], può essere superata dalle varie nazioni. Diverse organizzazioni non governative, politici ed esperti hanno nel corso del tempo evidenziato la necessità di avviare nuove [[w:alleanza|alleanze]] e cooperazioni (con il pieno rispetto dei patti tra Stati, fondamento generale per un dialogo senza barriere) per riuscire a garantire libertà fondamentali, proprio come quella di stampa, con il fine di migliorare sensibilmente le condizioni, talvolta critiche, delle persone coinvolte.
 
Oggi, infatti, in molti ritengono i diritti umani in serio pericolo in alcune parti del mondo e diverse volte alcune testate giornalistiche (come HuffPost [https://www.huffingtonpost.it/antonella-napoli/processo-cumhuriyet-battute-finali-in-turchia-tutti-in-aula-per-sostenere-ancora-una-volta-la-liberta-di-informazione_a_23418705/] o l'ancora più noto Guardian [https://www.theguardian.com/commentisfree/2018/oct/09/the-guardian-view-on-the-killing-of-journalists-the-truth-in-peril]) hanno cercato di porre all'attenzione del pubblico delle analisi in merito, giungendo alla stessa conclusione: fintanto che non si intraprenderà alcun genere di azione in merito, la situazione, per quanto già drammatica, potrebbe essere destinata a peggiorare significativamente.
 
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| data = 30/05/2018
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