Mali: gli islamisti continuano la distruzione in Timbuctù: differenze tra le versioni

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Versione delle 09:33, 3 lug 2012

Timbuctù, martedì 3 luglio 2012

Dopo la distruzione di sette dei sedici mausolei musulmani il 30 giugno, gli islamisti di Ansar Eddine hanno ripreso a distruggere Timbuctù, attaccando la moschea di Sidi Yeyia, risalente al XV secolo. Un ex guida turistica, testimone oculare della scena, ha riportato: «Sono venuti con i picconi, hanno cominciato a gridare "Allah" e hanno sfondato la porta. Questo è molto grave. Tra i civili che stavano a guardare, alcuni hanno pianto». La porta sud della moschea di Sidi Yeyia è stata chiusa per decenni a causa di una credenza locale, affermando che la sua apertura avrebbe portato sfortuna. I membri di Ansar Eddine, hanno giustificato la distruzione della porta per convincere la gente che la sua apertura non causerebbe la fine del mondo.

La procuratrice della Corte Penale Internazionale, Fatou Bensuoda, ha dichiarato: «Il mio messaggio a coloro che sono coinvolti in questo atto criminale è chiaro: fermare la distruzione delle proprietà religiose. Si tratta di un crimine di guerra per la quale i miei servizi sono pienamente autorizzati a indagare». L'Associazione dei leader religiosi del Mali, ha condannato il delitto di Timbuktu e ha stimato che «anche il Profeta (Maometto, ndr) avrebbe visitato le tombe e mausolei. Questa è l'intolleranza».

L'organizzazione islamica, che dice di «agire per conto di Dio», a seguito della decisione dell'UNESCO, il 28 giugno, di includere la città di Timbuctù nella Lista di patrimonio mondiale a rischio, a causa della presenza degli islamisti nella città. Ansar Eddine il fine settimana scorso ha minacciato di attaccare le moschee di organizzazione islamica della città, in quanto considera i monumenti antichi di Timbuktu empi.

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