Stefano Quintarelli: flash sulla neutralità della Rete: differenze tra le versioni

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::{{W@H_Question|W@H}}: ''Ci potresti riassumere i concetti fondamentali della [[w:en:net neutrality|net neutrality]] in poche righe?''
 
'''Stefano Quintarelli''': Non esiste una sola definizione di [http://www.frontieredigitali.it/online/?p=639 net neutrality]; è un po' come il concetto di libertà sulle cui definizioni sono statversatistati versati fiumi d'inchiostro: generalmente è facile riconoscere quando viene violata ma talvolta alcuni possono percepire una violazione quando invece certe limitazioni individuali vengono date per vantaggio collettivo.
Quella che io posso dare, quindi, è una delle possibili definizioni, riferendomi più a dei princìpi che a delle regole. Prima di affrontare questi princìpi è bene richiamare alcuni concetti base che ci aiutino nell'interpretazione.
 
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Tornando all'esempio dei suoni, bisogna anche considerare che l'aria conduce il suono in modi diversi a seconda della sua rarefazione, della ventosità (quando c'è molto vento si riesce comunque a parlare ma non a fischiare) o della quantità e del volume delle altre comunicazioni presenti che condividono il mezzo trasmissivo (pensiamo al vicino allo stadio che ci urla addosso per tutta la partita...). Anche le reti possono avere risorse scarse ed essere in grado di assicurare lo svolgimento ottimale di certi tipi di comunicazioni (la mail) ma non di altre (il video o la telefonia) e capita spesso che un vicino che insiste sullo stesso spezzone di rete, faccia una quantità elevatissima di traffico a scapito delle risorse disponibili agli altri.
 
Seppure questo accade, a mio avviso i princìpi che esprimevo nella risposta precendenteprecedente rimangono validi. Un utente deve poter scegliere se usare un accesso che non intervenga nella gestione di situazioni di limitatezza delle risorse (cd. "best effort") oppure scegliere di avere un accesso con determinati livelli di servizio per certi tipi di comunicazioni (ad esempio "promuovendo" il traffico voce, in modo che non risulti spezzettato, o declassando altri tipi di traffico). Ma i principi di cui sopra devono continuare a valere.
 
Non si tratta di garanzie di poco conto. La violazione dei princìpi potrebbe alterare l'andamento del mercato, frenare l'innovazione, essere fonte di discriminazione degli utenti e delle idee, con ripercussioni nella vita di tutti quanti.
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Ad esempio, l'operatore UnoNet potrebbe assicurare ai propri utenti una visione ottimale di determinati contenuti presenti sulla propria rete, ma non consentire ad abbonati di DueNet di fruire di questi stessi contenuti (o di fruirli con corrispondente qualità), anche se DueNet sarebbe disposto a pagare! L'effetto che ne deriverebbe sarebbe che tutti gli utenti si abbonerebbero a UnoNet che potrebbe comprare contenuti più appetibili grazie ai maggiori margini, attraendo quindi più abbonati, e così via, fino ad arrivare ad una situazione di monopolio. Per questa ragione i principi della normativa antitrust impongono agli operatori che hanno un significativo potere di mercato di evitare queste condotte.
 
Un altro esempio: UnoNet fornisce l'accesso all'utente e offre un servizio di videocomunicazionevideo comunicazione in concorrenza con quello di VideoChat Spa. Se le regole consentissero a UnoNet di gestire il traffico sulla rete in modo non neutrale rispetto a "nuovi servizi" che esso eroga, la videocomunicazionevideo comunicazione di UnoNet potrebbe funzionare perfettamente e VideoChat ne sarebbe danneggiata, trovandosi ad operare su un piano di non parità.
 
Un ulteriore esempio: se è UnoNet a decidere se un certo servizio può essere utilizzato o meno, l'innovazione si frena. Ben diverso è infatti quando una persona ha una idea e sa che, per realizzarla, basta che la implementi, tanto la rete ne consentirà l'accesso; altra cosa è se deve ottenere un benestare dall'operatore UnoNet, il quale, probabilmente, non lo consentirebbe se questo nuovo servizio fosse in concorrenza con uno dei propri servizi. Questo ad esempio è il caso degli operatori di cellulari che, per non consentire agli utenti di usare un Messenger invece degli SMS, fanno delle tariffe che disincentivano l'invio sporadico di brevi quantità di dati.