Caso Francesco Montis: differenze tra le versioni

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Il ''caso Francesco Montis'' riguarda la morte di quest'ultimo avvenuta a Varanasi, in India, il 4 febbraio 2010, coinvolge ''Tomaso Bruno'' ed ''Elisabetta Boncompagni''. Questi ultimi due sono stati accusati di omicidio dalle autorità locali, anche se proclamatisi innocenti, quindi sono stati subito arrestati e condannati in primo grado all'ergastolo; stanno scontando la condanna nel carcere di Varanasi. Tuttavia, i due ragazzi si sono sempre proclamati innocenti, inoltre non ci sono prove per la condanna, il processo è circondato da una serie di stranezze giudiziarie. Solo nell'estate del 2011 il caso è andato nelle cronache nazionali, dopo che il 23 luglio sono stati condannati all'ergastolo.
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Lo Studio Legale Titus, avvalendosi anche della consulenza dello Studio Tulsi sempre di New Delhi, faceva eseguire una controperizia dalla quale si evince che la morte è avvenuta per asfissia, ma non da strangolamento bensì per altre cause.
 
Il processo parte a rilento, l'opinione pubblica è concorde con il fatto che i due saranno scarcerati al più presto, soprattutto per mancanza di prove. Tuttavia il [[14 maggio]] i giudici negano la scarcerazione dei due italiani, senza tuttavia comunicare le motivazioni di tale decisione.<ref>{{Cita fonte|IVG.it, 14 maggio 2010}}</ref>.
 
Il giorno 1 febbraio 2015 entrambi rientrano in Italia a seguito della sentenza di proscioglimento dopo 5 anni di carcere.
 
==Il processo==
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#Di non permettere alcun aggiornamento delle udienze se non per motivi eccezionali.
 
Su questa spinta, in poco tempo vengono fatte varie udienze, dove si denota una contraddizione tra quanto dichiarato nella fase istruttoria e quanto invece dichiarato in aula dai test dell'accusa. Sotto la stessa linea precedente si ha l'interrogatorio del tassista, quindi di alcuni poliziotti, i quali non sempre confermano quello dichiarato in precedenza. Dopo alcuni rinvii il 13 luglio si ha l'interrogatorio chiave, quello del medico che ha fatto l'autopsia<ref>{{Cita fonte|IVG.it, 13 dicembre 2010}}</ref>, che conferma quanto dichiarato in precedenza: la morte è avvenuta per strangolamento. Il medico verrà interrogato più volte, dopo viene chiamato a testimoniare il commissario che ha accusato i due ragazzi, ma dopo molti rinvii o assenza ingiustificata del commissario (che viene anche sanzionato per questo). Solo il 7 maggio [[2011]] si ha la fine degli interrogatori dell'accusa. Quindi il processo passa alla requisitoria dell'accusa e della difesa. La situazione sembra finire per il meglio, difatti la difesa ha messo in luce i punti deboli dell'accusa, inoltre sia il medico che il poliziotto che altri, sono caduti più volte in contraddizione, l'avvocato dei due giovani chiede la scarcerazione immediata. Il 23 luglio arriva la sentenza: '''ergastolo''' per i due italiani. <ref>{{Cita fonte|Corriere della Sera}}</ref>.
A questo punto il PM sentendo la sentenza di colpevolezza dei due chiede la pena di morte, che però il giudice nega.
 
I due, che si continuano a dichiarare innocenti, decidono di ricorrere in appello, l'approvazione viene data il 29 agosto<ref>{{Cita fonte|IVG.it, 29 agosto 2011}}</ref>. La richiesta per la scarcerazione su cauzione doveva essere approvata per settembre, ma vengono fatti ancora molti rinvii.<ref>{{Cita fonte|La Stampa, 21 novembre 2011}}</ref>
 
Il 4 febbraio 2013 la Corte Suprema indiana ha giudicato oggi ammissibile il ricorso contro la condanna all'ergastolo, fissando l'esame del merito per il 3 settembre 2013. <ref>{{Cita fonte|La Stampa, 4 febbraio 2013}}</ref>
 
==Le anomalie==
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Gli innumerevoli rinvii delle udienze, che hanno fatto ritardare di quasi un anno la sentenza che la Alta Corte aveva obbligato avvenisse entro Novembre 2010, pone dei buoni dubbi sull'effettivo buon operato da parte del tribunale.
 
== FontiArticoli correlati ==
{{wikinotizie|Caso Francesco Montis : assolti Tomaso Bruno ed Elisabetta Boncompagni|2 febbraio 2015}}
 
== Fonti ==
 
{{Fonte
|titolo = Uno spiraglio per Tomaso ed Elisabetta
|url = http://edizioni.lastampa.it/savona/articolo/lstp/32861/
|autore =
|agenzia = La Stampa
|data = 4 febbraio 2013
|cid = La Stampa, 4 febbraio 2013
}}
{{Fonte
|titolo = In India l’ultima battaglia degli italiani all’ergastolo
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==Note==
<references />
 
{{Pubblicato}}
{{Archiviato}}
 
[[Categoria:Asia]]