Si baciano davanti al Colosseo: coppia gay denunciata per atti osceni

venerdì 27 luglio 2007

Un'immagine del Roma Gay Pride 2007 - Foto di Giovanni Dall'Orto

Erano nei pressi del Colosseo, e si stavano baciando: è questa la versione di due ragazzi gay, L.R. di Roma e F.M. di Lecce, accompagnati alla Caserma del Celio dagli uomini dell'Arma dei Carabinieri e, dopo essere stati a lungo interrogati, denunciati per atti osceni in luogo pubblico.

Dura la reazione di Arcigay Roma, al cui numero verde di aiuto i due si sono rivolti per ottenere assistenza legale: «Reputiamo tale arresto gravissimo, in quanto mostra come ancora oggi le coppie omosessuali sono considerate di serie B da molti - ha commentato Fabrizio Marrazzo, presidente del circolo Arcigay di Roma - non è possibile che nel 2007 una coppia gay non può baciarsi ammirando uno dei monumenti più belli di Roma, il Colosseo. Già in queste ore i nostri avvocati stanno ricercando di ricostruire l'accaduto e capire di chi siano le colpe. In particolare il caso sarà seguito dall'avvocato Stoppello, legale di Gay Help Line, che la scorsa settimana ha fatto ottenere la costituzione di parte civile al compagno di un gay ucciso, per la prima volta in Italia».

Analogo il commento di Aurelio Mancuso, Presidente nazionale di Arcigay: «Chiediamo al ministro Arturo Parisi di verificare, se ciò che è accaduto questa notte davanti al Colosseo di Roma, quando due giovani gay sono stati fermati dai carabinieri e condotti in caserma perché si baciavano, sia compatibile con l'ordinamento, la legislazione europea e il rispetto dei diritti delle persone. Come Arcigay stiamo seguendo in queste ore la vicenda e raccogliendo, grazie al lavoro del nostro comitato provinciale di Roma e del suo legale Daniele Stoppello, tutte le informazioni utili per tutelare e difendere gli interessi dei due ragazzi fermati, che si sono rivolti al nostro servizio di Gay Help Line per segnalare l'accaduto».

I carabinieri hanno comunque precisato che i due ragazzi sono stati accompagnati in caserma perché sorpresi non a baciarsi ma a consumare un «atto inequivocabilmente osceno», integrando così un reato che sarebbe stato perseguito anche se commesso da una coppia eterosessuale: «Verso le 2 di questa notte una pattuglia di carabinieri della stazione Roma Celio, nel corso di un servizio preventivo svolto nella zona del Colosseo, località solitamente frequentata da numerosi turisti, in questo periodo dell'anno anche nelle ore notturne, hanno sorpreso L.R, 27enne di Roma, e F.M, 35enne di Lecce, nel compimento di un atto inequivocabilmente osceno. I due, che non si erano avveduti della presenza dei militari, una volta ricompostisi sono stati accompagnati in caserma per essere denunciati alla competente Autorità Giudiziaria in quanto ritenuti responsabili di atti osceni in luogo pubblico».

I deputati Sergio D'Elia, Donatella Poretti, Maurizio Turco, Bruno Mellano e Marco Beltrandi, tutti della Rosa nel pugno, hanno presentato un'interrogazione urgente ai Ministri della Difesa, degli Interni, della Giustizia, della Famiglia e delle Pari opportunità per sapere quali violazioni di legge sono state commesse dai due ragazzi.

La Cassazione: l'omosessualità è espressione della propria personalità

Proprio oggi sono state pubblicate le motivazioni della sentenza n. 16417, con la quale la prima sezione civile della Corte di Cassazione ha accolto il ricorso contro il provvedimento di espulsione adottato nei confronti di un cittadino senegalese, il quale si era opposto al rimpatrio sostenendo che, in quanto gay, nel suo Paese sarebbe stato incarcerato.

Secondo i giudici di piazza Cavour, «l'omosessualità va riconosciuta in quanto espressione del diritto alla realizzazione della propria personalità» e la libertà sessuale va «intesa anche come libertà di vivere senza condizionamenti e restrizioni delle proprie preferenze sessuali, in quanto espressione del diritto alla realizzazione della propria responsabilità tutelato dall'art. 2 della Costituzione».

Fonti