Regno Unito: scarcerata Pegah Emambakhsh

mercoledì 12 settembre 2007 Pegah Emambakhsh, la donna iraniana che aveva chiesto asilo al Regno Unito perché nel suo Paese rischiava la condanna a morte in quanto lesbica, ha visto revocata l’accusa a suo carico di immigrazione clandestina ed è stata rilasciata dal carcere di Clapham. Adesso la donna è tornata a Sheffield, dove ha alloggiato fin dal suo arrivo nel Regno Unito.

La manifestazione di Roma del 27 agosto

Vari Governi, incluso quello italiano, e dell’UE, hanno sollecitato il primo ministro britannico Gordon Brown a «trattare con urgenza il caso» della donna iraniana. In un primo momento, questa si era vista rifiutare la domanda di asilo politico da un tribunale, con la motivazione che non vi fossero chiare prove della sua omosessualità. Arrestata per immigrazione clandestina, ne era stato disposto il rimpatrio per la metà di agosto, poi rinviato al 29 dello stesso mese.

Manifestazioni in tutta Europa, tra cui una in Italia, davanti all’ambasciata britannica a Roma, hanno indotto il governo britannico a concedere un ulteriore rinvio del rimpatrio. Ieri, poi, il tribunale ha deciso di ritirare l’accusa di immigrazione clandestina. È atteso in tempi brevi un pronunciamento circa il riconoscimento dello status di rifugiata per motivi politici o umanitari per Pegah Emambakhsh.

Soddisfazione anche in Italia: Matteo Pegoraro, portavoce di EveryOne, l’organizzazione che per prima ha richiamato l’attenzione sul caso che ha provocato anche la mobilitazione di molte associazioni GLBTQ, di diritti civili e di libero pensiero, ha dichiarato che l’attenzione su Pegah Emambakhsh rimarrà alta, e che quello della donna iraniana è solo uno dei molti casi in Europa, sui quali non si può più sottacere.

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