Operazione "Giusta Retribuzione": le reazioni della comunità internazionale

13 luglio 2006

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L'ONU, per bocca del segretario generale Kofi Annan, ha condannato l'azione di Israele.

La prima potenza occidentale ad intervenire diplomaticamente nella crisi è stata la Francia, che ha considerato sproporzionata la reazione di Israele agli attacchi degli Hezbollah. Più tardi il presidente Chirac ha sottolineato che bisogna perseguire la fine delle violenze e ha richiesto che gli ostaggi venissero immediatamente liberati.

Quindi è stata la volta di una conferenza stampa congiunta del presidente americano George W. Bush e del cancelliere tedesco Angela Merkel, che hanno ribadito il loro sì alla lotta al terrorismo, anche se la Merkel ha preferito porre l'accento sull'impegno affinché torni la pace.
Terminata la conferenza congiunta, il presidente Bush ha detto di approvare l'azione di Israele per fermare i terroristi, ma questo non deve rendere debole il Libano; la colpa viene attribuita da Bush alla Siria, che sosterrebbe gli Hezbollah. La Lega Araba, tuttavia, ha seccamente respinto quest'ipotesi.

L'alto rappresentante della politica estera dell'Unione Europea, Javier Solana, dopo un colloquio con Kofi Annan, ha affermato che potrebbe recarsi di persona in Libano per verificare la situazione, mentre il dipartimento europeo ha condannato la reazione sproporzionata di Israele agli attacchi degli Hezbollah. Anche l'Iran ha fortemente condannato l'attacco di Israele.

In Italia

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Il ministro degli Esteri italiano, Massimo D'Alema, ha invece condannato duramente le azioni degli Hezbollah, ma ha bollato come sproporzionate le misure adottate da Israele. Il verde Paolo Cento, invece, spinge per una condanna all'azione di Israele da parte della comunità internazionale, che dovrebbe proporre una forte strategia di pace, mentre Silvio Berlusconi ha affermato che la reazione di Israele va capita.