Myanmar: forze armate convergono alla capitale, si teme la repressione
Yangon, martedì 25 settembre 2007
Proseguono le manifestazioni di protesta contro la giunta militare in Myanmar (ex Birmania). Le manifestazioni, diffuse in molte città, sono capeggiate dai monaci buddisti ed hanno ormai raggiunto l'ottavo giorno di protesta pacifica.
Nella giornata di oggi però il governo militare, che finora ha mantenuto un basso profilo, seppur intimando la cessazione delle proteste, ha iniziato a far confluire l'esercito e altri reparti di polizia antisommossa presso l'antica capitale ed altre città. Funzionari del governo hanno già avvertito che in caso di mancato scioglimento delle manifestazioni è possibile l'uso dell'esercito, ed in passato simili manifestazioni sono state effettivamente represse nel sangue.
In serata, come si temeva, è stato imposto il coprifuoco a Yangon e la città è stata dichiarata sotto diretto controllo militare per i prossimi sessanta giorni.
Si teme inoltre la possibilità che vengano infiltrati provocatori all'interno delle manifestazioni, dato che alcune fonti parlano di soldati a cui sono state rasate le teste e di 3 000 vesti da monaco sequestrate.[1]
Nel mentre continuano ad arrivare messaggi in supporto ai manifestanti da numerosi esponenti politici occidentali, ultimo Gordon Brown, e gli Stati Uniti preparano nuove sanzioni per il Myanmar da presentare alle Nazioni Unite.
Articoli precedenti
modifica- Myanmar: grandi manifestazioni contro la giunta militare, 24 settembre 2007
Note
modifica- ↑ vedere l'articolo dell'Independent, nelle fonti
Fonti
modifica- «Myanmar, la marcia dei monaci sfida l'esercito, dispiegata polizia antisommossa a Yangon» – La Repubblica, 25 settembre 2007.
- «Troops converge on Myanmar protest» – Cnn.com, 25 settembre 2007.
- Andrew Buncombe «'No injustice can last for ever': Burma's biggest protest for 20 years provokes ominous threat» – The Independent, 25 settembre 2007.