Migliaia in piazza in Colombia nonostante le minacce

lunedì 15 ottobre 2007

In tutta la Colombia si è svolta, tra mercoledì 10 e venerdì 12 ottobre, una manifestazione di protesta contro il governo Uribe indetta dalla "Coalizione Democratica", che raggruppa sindacati, studenti, contadini e gruppi indigeni durante la quale sarebbero avvenuti abusi, minacce e arresti da parte di militari e paramilitari.

I motivi della protesta sono la negoziazione con gli Stati Uniti d'America di un trattato di libero commercio, la privatizzazione di acqua, sanità e scuola, le attuali leggi sul lavoro e gli incentivi offerti alle compagnie straniere, che gli organizzatori hanno definito "vergognosa svendita della sovranità nazionale". Essi richiedono inoltre la cancellazione delle concessioni per l'estrazione del petrolio ad aziende straniere che il presidente Uribe ha concesso da quando è salito al potere nel 2002, la smobilitazione del gruppo paramilitare AUC (Forze Unite di Autodifesa Colombiane) e il rispetto dei diritti alla terra delle popolazioni indigene.

Tra gli arresti denunciati dagli organizzatori c'è quello di Isaac Lòpez, candidato di sinistra nelle elezioni comunali di Cartagena del Chairá, arrestato mercoledì prima che potesse unirsi ai manifestanti, con l'accusa di far parte delle FARC (Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane). Sette arresti sono stati segnalati nella zona di Cali ed altri trenta arresti "arbitrari", negli ultimi due mesi a Tolima, Cauca e Santander.

Molti contadini sono stati bloccati mentre raggiungevano le manifestazioni, in parchi attorno alla città o sull'autostrada e sono stati segnalati sette feriti nella giornata di giovedì e quindici in quella di venerdì.

Secondo l'associazione ACVC (Associazione dei Contadini di Valle del Río Cimitarra) il 5 ottobre nella città di Yondó soldati armati hanno strappato i manifesti che convocavano la protesta di questi giorni minacciando i residenti di incendiare le case se avessero trovati di nuovi.

In settembre erano stati distribuiti alcuni volantini esortando la popolazione a non partecipare alla protesta proclamata dalla "Coalizione Democratica", definendola "atti di terrorismo". Esponenti del governo, inoltre, hanno pubblicamente accusato i manifestanti di legami con le FARC.

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