La Camera dei Deputati ha votato la fiducia sulla Manovra

martedì 5 agosto 2008

Sì definitivo dalla Camera dei Deputati alla questione di fiducia, presentata dal Governo Berlusconi IV, sulla manovra finanziaria. I voti favorevoli sono stati 312, i contrari 239.

Subito dopo l'approvazione della fiducia, si passerà ad analizzare i vari ordini del giorno, fase alla quale farà seguito l'ultimo voto, che sancirà la fine dell'iter parlamentare per la legge economica.

Entro le 19, il Consiglio dei Ministri, presieduto dal premier, Silvio Berlusconi, si ritroverà nella sede di Palazzo Chigi per analizzare la manovra e la legge Finanziaria per l'anno prossimo.

Con l'approvazione quasi definitiva della legge, non si placa però lo scontro politico, e le proteste dell'opposizione, che a più riprese ha criticato la manovra, triennale, del valore complessivo di 36 miliardi di euro.

Le dichiarazioni di voto, come è noto, si sono riferite alla fiducia posta dal governo: per 'evitare assalti alla diligenza' come hanno detto, nonostante che la loro maggioranza sia in grado di esprimere una differenza numerica pressoché incolmabile. Ma nei giorni scorsi il governo è andato sotto in qualche emendamento, e così apparentemente non si sono fidati nemmeno della loro maggioranza parlamentare. Tra le dichiarazioni in aula quelle dei gruppi parlamentari della maggioranza hanno espresso il loro favore. Fabrizio Cicchitto, tra gli ultimi a parlare, ha parlato in diretta televisiva di come il governo sia riuscito ad ottenere risultati di rilievo come la fine dell'emergenza rifiuti a Napoli (fine peraltro contestata, ma declamata nei giorni scorsi dal governo), e tanti altri risultati come la 'social card' per i più poveri.

Ma prima di lui ha parlato in rapida sequenza l'opposizione: Antonio di Pietro, Savino Pezzotta, Dario Franceschini. Tutti contrari alla manovra finanziaria, con un Franceschini a nome del Pd che ha solo promesso un minimo di dialogo se ci fossero spiragli in merito. Ma al momento attuale non ce ne sono.

Antonio di Pietro ha parlato per primo e lui è stato il più duro. Anzitutto ha iniziato a parlare rivolgendosi al 'Signor presidente del consiglio che non c'é', in riferimento al fatto che ancora una volta Berlusconi non era in aula (detiene tra l'altro il 98,5% delle assenze nella sua carriera da parlamentare, primato assoluto). Se l'é presa violentemente con tutte le ragioni per le quali la manovra sia sbagliata.

Berlusconi, dice di Pietro, ha mandato a spasso i soldati in centro delle città facendosi pubblicità assieme al ministro della difesa, ma tagliando 3,5 miliardi al comparto sicurezza, una propaganda di stampo 'fascista'. Ha ricordato la penalizzazione dei precari che persino durante le cause di lavoro di regolarizzazione che sono state annullate. 'Dica la verità, mette a posto le saccocce degli amici suoi, che dopo avere sfruttato i precari possono mandarli via con due lire di liquidazione'. Accusando Berlusconi di essere il classico 'arbitro venduto' se non 'cornuto' e ricordando come vi siano 1.600 precari in Rai, ma il premier ha a cuore solo le raccomandazioni a Saccà delle sue veline. La lotta all'evasione fiscale, con una riduzione delle entrate del 7%, è una sua specifica volontà, dice di Pietro, dato che i suoi 'referenti' sono ben contenti di non pagare le tasse. 'La verità è che Lei non vuole proprio scovarli i criminali, tante volte ci fosse nella rete qualche suo conoscente'. Poi ha ricordato la volontà di ridurre le intercettazioni alle sole indagini sulla mafia, il taglio ai soldi per le infrastrutture, e il taglio di oltre 8 miliardi per la scuola pubblica (per distruggerla e avvantaggiare i 'figli di papà' alle scuole private). Poi ha ricordato che al Molise, forse per fare un dispetto a di Pietro, ha tolto i benefici fiscali dopo-terremoto. E ha accusato Berlusconi di non essere intervenuti negli sprechi dell'amministrazione pubblica, nei compensi milionari per i consulenti, e così via.

Pezzotta, dell'UDC, ex segretario CISL, ha ricordato che Berlusconi è ottimista ma è una dichiarazione che invece cozza che al contrario, lo stesso ministro dell'economia ha preannuciato un altro '29. Pezzotta ha ricordato che 'i problemi che ci attendono non saranno affatto semplici' e ha chiesto di abbandonare il metodo e la sostanza di come è stato blindato il dibattito sulla Finanziaria In questi primi mesi l'esecutivo si è sostituito al Parlamento, con un esproprio delle funzioni legislative a vantaggio del governo. Pezzotta ha ricordato tra l'altro anche i dubbi di costituzionalità sul decreto precari, e sull'inesistenza della soluzione Alitalia. 'Più il tempo passa più la situazione si rende difficile e delicata'. E lo ha detto con rammarico perché ha preso atto che l'opposizione UDC, sia pure priva di pregiudiziali, ha fallito nel trovare un qualche accordo con il governo. 'La parola dialogo sembra avere perso il suo spessore semantico ed è sostituita da una preoccupante autoreferenzialità'. L'inflazione è del 4,1% contro il 1,7% programmato, la pasta costa il 25% in più, il pane del 13%, che diventano cibo 'per ricchi'; e la Robin Hood tax peggiorerà le cose, tanto che Tremonti sembra più un Paci Paciana, che rubava nel bergamasco ai poveri per dare ai ricchi. E perché si chiede Pezzotta, non si è dichiarata l'emergenza nazionale sulle condizioni economiche delle famiglie? La diminuzione della pressione fiscale sui redditi da lavoro? La manovra ha un taglio pesante sulla spesa pubblica, specie a danno di regioni e della sanità in generale. Non è che l'UDC sia contraria al rigore nei conti pubblici, ma il 'rigore non c'é', e il mezzogiorno è abbandonato a se stesso.

Franceschini ha parlato di responsabilità: solo quelle di Prodi sono ricordate dal governo Berlusconi che si rifiuta di affrontare le proprie responsabilità, magari affermando che il destino 'é cinico e baro' e non ci si può fare niente. Ha ricordato la riduzione della produzione industriale dell'1%, l'inflazione al 4%, le minori entrate IVA del 7%, la disoccupazione che cresce, la pressione fiscale che continua a salire ma per le persone 'facili' da colpire. Togliendo poche centinaia di euro d'ICI a tutti anziché concentrarsi solo sui più poveri, anzi tagliando miliardi alla scuola, sicurezza, Sud, enti locali. Togliendo 30 mila uomini delle forze dell'ordine. E a proposito di Robin Hood, 'lasci stare Robin Hood che da eroe romantico diventa imprecazione davanti alle pompe di benzina'. Criticando infine l'esproprio della funzione del parlamento, con colpi di fiducia, presentando la finanziaria in agosto per 'evitare assalti alla diligenza'. Ma in democrazia, ha detto Franceschini, non si assale ma si decide dove debba andare la diligenza. Diligenza da cui il ministro Tremonti, ha ricordato Franceschini, è sceso e risalito più volte per volontà dei suoi colleghi di governo (fu cacciato nel 2004 da ministro dell'economia e poi tornò nel 2005). Franceschini ha ricordato che il Pd ha organizzato una manifestazione nazionale per il 25 ottobre.

Critico Pier Luigi Bersani (PD), ex ministro dello Sviluppo Economico che dice: «Questa è una manovra depressiva sulla quale occorrerà tornare sopra in autunno, per evitare guai».

Le modifiche al testo approvato definitivamente in data odierna, però, non sembrano incontrare il favore dell'Esecutivo, che per l'autunno ha già impostato, nel calendario economico, lo studio della Finanziaria e la riforma che porterà al federalismo fiscale.

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