La CISL firmerà la riforma dei contratti anche da sola

lunedì 25 agosto 2008

Rompe gli indugi il segretario CISL, Raffaele Bonanni e dal palco di Comunione e Liberazione si dichiara pronto a rinunciare anche all'unità del sindacato pur di giungere all'accordo con Confindustria sul nuovo modello contrattuale. «ad ogni costo», anche firmando «da sola» l'intesa con Confindustria. «chi può mettersi contro? Voglio proprio vederlo..» attacca il segretario.

La CISL scommette sull'intesa con viale dell'Astronomia e con l'esecutivo per ottenere un forte rilancio della contrattazione di secondo livello, ovvero quella legata alla produttività del lavoro. Detassazioni «forti e strutturali» entro l'anno, queste le principali richieste messe sul tavolo da Bonanni, cui rispondono tutti i principali attori della vertenza.

Il ministro competente, Sacconi, ha sì auspicato che l'accordo sia raggiunto tra tutte le parti sociali, ma ha parallelamente dichiarato che un accordo entro settembre è la «premessa» per confermre le detassazioni vigenti anche per l'anno prossimo.

Il direttore generale di Confindustria, Maurizio Beretta, si complimenta con Bonanni per l'apertura, ma lascia capire di non volere un accordo «ad ogni costo» dichiarando che il tempo per fare bene c'è.

Proprio sull'«ad ogni costo» si concentra invece la più forte voce critica:la CGIL. Il principale sindacato italiano, vistosi già isolato durante il secondo governo Berlusconi con la stipula del Patto per l'Italia, teme di trovarsi nuovamente all'angolo e fa trapelare senza mezzi termini tutto il suo disappunto: «Per quanto ci riguarda, l'unità del sindacato è un valore irrinunciabile e un bene per i lavoratori», «L'idea dell'accordo a tutti i costi non aiuta, anzi pone il sindacato in una posizione di debolezza».

Di lavoro si tornerà a parlare il 2 settembre, e già le posizioni appaiono divise: la CISL preme per un'ulteriore detassazione del lavoro straordinario e snocciola cifre per dimostrare che costerebbe meno dell'abolizione dello scalone, la CGIL chiede invece di investire sul recupero del fiscal drag.

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