Kirghizistan: il prezzo della rivoluzione

giovedì 8 aprile 2010 La situazione in Kirghizistan sta diventando un po’ più chiara dopo una giornata di autentica follia. Gli scontri nella capitale Biškek, a Talas ed in altri centri regionali sono stati durissimi. A seconda della fonti di informazione il numero delle vittime varia. L’unica certezza è che ci si trova davanti ad un bagno di sangue. Il ministero della sanità kirghizo ha dato queste cifre parziali: 68 morti e 527 feriti.

L'opposizione controlla la capitale. Ieri sono stati dati alle fiamme alcuni palazzi governativi, la Procura generale e la residenza del capo dello Stato. Il presidente Bakiev si è rifugiato al sud, circondato dai suoi fedelissimi.

Questa non è la prima volta che la folla scende in piazza per rovesciare il potere. Nel 2005 la cosiddetta "rivoluzione dei tulipani" costrinse l'allora presidente Akaiev a dimettersi. La crisi economica, la corruzione ed il nepotismo sono le vere ragioni della rivolta in un Paese dominato da fortissimi regionalismi e pedina fondamentale nello scacchiere internazionale.

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