Italia: l'Antitrust multa l'ENI

15 febbraio 2006 L'Antitrust italiana sanziona l'ENI per abuso di posizione dominante, multandola di 290 milioni di euro, per aver ostacolato l'ingresso di concorrenti nel mercato italiano interrompendo il potenziamento dei gasdotti che portano il gas dall'Africa del nord.

È la multa più alta mai comminata dall'antitrust in Italia, la seconda in Europa, dopo quella alla Microsoft di 497 milioni di euro.

L'ENI dovrà cedere in due fasi, la prima entro aprile 2008 e la seconda entro ottobre 2008, dovrà cedere ad altri 6,5 miliardi di metri cubi di gas all'anno di quelli trasportati attraverso il gasdotto TTPC dall'Algeria. La gestione dell'Eni avrebbe provocato un minore afflusso di gas stimato in circa 9,8 miliardi di metri cubi di gas, pari al 10% del fabbisogno nazionale. All'Eni, viene comunque riconosciuto l'impegno del nuovo amministratore delegato, Paolo Scaroni, al potenziamento del gasdotto, che sarà monitorato dall'antitrust. Questo vincolo ha permesso una riduzione dell'importo della multa, che avrebbe dovuto essere di 390 milioni di euro.

Il comportamento dell'ENI è stato censurato anche dal Parlamento tramite il rapporto conclusivo della Camera dei Deputati, sottoscritto da maggioranza e opposizione. Il Parlamento e l'Autorità per l'energia chiedono una netta separazione societaria tra ENI e Snam Rete Gas.

Paolo Scaroni ritiene quasi sicuro un ricorso al TAR contro la multa, anche dopo l'incontro con il commissario europeo responsabile per la concorrenza, Neelie Kroes, e con quello per l'energia, Andris Piebalgs. Kroes si è detta soddisfatta per la decisione dell'Antitrust italiana ed ha annunciato il suo impegno per aprire alla concorrenza i mercati dell'energia in Europa.

Scaroni non ritiene che l'ENI sia sotto il tiro dell'Antitrust europea, visto che anche l'antitrust italiana ha riconosciuto il suo impegno, diminuendo la multa comminata.

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