Italia, giornata politica molto 'calda': accuse e constestazioni

lunedì 8 aprile 2008

Il clima elettorale italiano è diventato oggi, a circa 120 ore dall'apertura delle urne, decisamente molto caldo. Una serie di accuse e polemiche sono rimbalzate nei mass-media e hanno coinvolto praticamente tutti gli schieramenti. Difficile tenere conto di tutti, ma ecco i principali:

Romano Prodi ha, o avrebbe detto (infatti è seguita una smentita) che nel suo governo è stato condizionato pesantemente dalla sinistra. E mentre Casini rilanciava affermando che se vincerà Berlusconi, il PdL avrà lo stesso problema con la Lega, Bertinotti ha invece criticato aspramente l'affermazione che il premier avrebbe fatto. Giordano, segretario di Rifondazione, fa sapere: «Prodi sa perfettamente che i problemi sono stati creati sempre e soltanto dalle aree moderate della coalizione, in particolare, dal Pd. Ricordiamo che i punti di sofferenza del governo sono stati sulle pensioni, sulla redistribuzione sociale, sui diritti civili. Non è un caso se si tratta proprio di quei punti sui quali oggi si è aperta una sfida tra la Sinistra Arcobaleno e il Pd sulla vera alternativa alla destra di Berlusconi e Fini».

Silvio Berlusconi aveva già parlato in passato di come i magistrati fossero «antropologicamente matti». Oggi ha riproposto il tema, affermando che i giudici dell'accusa dovrebbero essere sottoposti a perizia psichiatrica: «Il pubblico accusatore deve essere sottoposto periodicamente ad esami che ne attestino la sanità mentale» suscitando piccate reazioni, a cominciare dall'ex magistrato di Mani pulite Antonio Di Pietro. Sempre Berlusconi, oggi, è stato contestato a Savona da alcune decine di persone, prima del suo comizio elettorale. Ha confermato Tremonti come ministro dell'Economia e ha minimizzato le polemiche sulla "salute" del leader del Carroccio Umberto Bossi, che qualche giorno fa aveva parlato di imbracciare i fucili. Il candidato premier del PD e dell'Idv Walter Veltroni ha commentato da Cosenza, ultima tappa del suo tour davanti a ad una folla di 20.000 persone: «Queste cose le dice una persona che pretende di candidarsi alla guida del Paese... L'Italia deve uscire da tutto questo. Ma, dove vogliamo andare così?». Inoltre ha lanciato l'idea di una lettera d'accordo per garantire da ulteriori degradazioni del clima politico: «Da parte mia - spiega il segretario del Partito Democratico - ho dato la garanzia di lealtà repubblicana che si basa su quattro punti: tutela dell'unità dello Stato italiano, rifiuto di ogni forma di violenza praticata o dichiarata, fedeltà alla Costituzione repubblicana, fedeltà alla bandiera tricolore e all'inno di Mameli».

Il promotore della lista "Aborto? No grazie" Giuliano Ferrara è stato invece a Palermo. Contestato duramente da parecchi attivisti con lanci di fumogeni, uova e tafferugli con la Polizia. Al teatro Nuovo Montevergini dove ha tenuto il suo comizio è stato invece accolto con mazzi di fiori. Serafico ha commentato che quella che ha subito non è una contestazione ma una aggressione, e che tirando un bilancio, a Palermo ha avuto sia uova che fiori. Da notare che la curia di Palermo gli ha negato l'uso dell'auditorium.

Marcello dell'Utri ha rilasciato un'intervista a Klaus Davi nel suo contenitore d'approfondimento interamente in rete (visibile sulla piattaforma Youtube): «La Sinistra ha ancora in mano le università e le case editrici. È anche un luogo comune che la cultura sia a sinistra, ma non tanto poi comune se si considera come stanno le cose. Sono dappertutto e impediscono che ci possano essere delle novità che non arrivino dalla loro parte». Ha poi definito Mangano (lo "stalliere" di Berlusconi) "a modo suo un eroe": «Mangano era ammalato di cancro quando è entrato in carcere – spiega Dell'Utri – ed è stato ripetutamente invitato a fare dichiarazioni contro di me e il presidente Berlusconi. Se lo avesse fatto, lo avrebbero scarcerato con lauti premi e si sarebbe salvato». Per questo, «è un eroe, a modo suo». Non ha poi mancato di definire i libri di Storia come "condizionati" dalla Resistenza: «I libri di storia ancora oggi condizionati dalla retorica della Resistenza, saranno revisionati, se dovessimo vincere le elezioni. Questo è un tema del quale ci occuperemo con particolare attenzione». Affermazioni che hanno suscitato lo sdegno di Rosy Bindi e di Fioroni. Il ministro dell'Istruzione ha detto: «La Resistenza non è un'invenzione dei libri di storia: è il sacrificio con il quale ieri tanti uomini e donne hanno dato vita ai valori repubblicani, ed è quel sacrificio che consente oggi agli italiani, e anche a Dell'Utri, di vivere in un Paese libero». La Bindi ha detto: «Da sessant'anni viviamo in un continente pacificato e in una democrazia è grazie alla resistenza, alla lotta di liberazione dal nazifascismo e al 25 aprile.. ..Ma forse il senatore è vittima di un'amnesia, visto che parla anche di una fantomatica editoria in mano alla sinistra, dimenticando che il principale editore italiano nel settore libri e periodici è il suo sodale Berlusconi».

In queste ultime ore, emergono invece particolari su di un altro tema che nelle settimane ha scaldato l'agone politico: Alitalia ha pochissimo tempo per salvarsi dalla bancarotta. Al momento non vi sono commenti da parte di esponenti politici.