Iraq, strage di sciiti a Sadr City, oltre 160 morti

venerdì 24 novembre 2006

Ancora una giornata di sangue in Iraq: una serie di autobombe sono esplose nel gigantesco quartiere sciita di Sadr City durante i mercati, provocando la morte di oltre 160 persone ed il ferimento di quasi 260.

La mattanza ha inizio verso le 15 ora locale (le 11 UTC, le 13 in Italia): un'autobomba esplode al mercato Jamila, mentre la folla è intenta negli affari del mercato. Da qui inizia la strage: scoppiano, nei successivi trenta minuti, altre quattro autobombe, due in altrettanti mercati, altri due ai bordi del quartiere. Una sesta autobomba era destinata ad esplodere, ma l'intervento delle forze dell'ordine è riuscito a bloccare il kamikaze che vi era a bordo, e l'ordigno è stato fatto poi brillare in un luogo sicuro. Le autobombe detonate portavano a bordo circa 500 chili di tritolo.

Immediatamente è scattato il coprifuoco ad oltranza, anche dopo l'assalto, poche ore prima dell'esplosione delle autobomba, del ministero della Salute iracheno, retto da sciiti, da parte di miliziani sunniti. Sono stati chiusi anche gli aeroporti di Baghdad e Bassora.

Gli sciiti hanno immediatamente risposto all'attacco con colpi di mortaio diretti verso la moschea di Abu Hanifa ad Asdhamiya, facendo una vittima e ferendo 14 persone.

In mattinata erano continuati gli scontri: le truppe americane a Sadr City avevano effettuato un raid su un minibus, uccidendo 4 persone e ferendone altre 8, poiché il mezzo era stato classificato come minaccioso.

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