Inchiesta Why not, Saladino ai magistrati: «Fate le verifiche patrimoniali»

sabato 3 gennaio 2009 Antonio Saladino, finora considerato principale indagato dell'inchiesta Why not, rispondendo ai magistrati della Procura generale di Catanzaro ha chiesto esplicitamente di svolgere approfonditi accertamenti patrimoniali e sui conti correnti (in Italia ed eventualmente all'estero) suoi (del Saladino) ma anche nei confronti di Caterina Merante e degli altri soci (o ex soci) della Merante in Whynot.

«Ho specificato ai magistrati - ha detto Saladino incontrando la stampa all'uscita dalla Procura - il mio ruolo nell’ambito della due società Obiettivo Lavoro (OL) e Piazza del Lavoro (PdL). Essendo responsabile del Sud Italia per Obiettivo Lavoro ed essendo la mia attività partita dalla Calabria, lavoravo, come tutti ben sanno, in un contesto in cui la disoccupazione è una delle più alte in Europa. Ero un operatore che la Comunità Economica Europea definisce “sviluppatore di politiche attive del lavoro”. Questo è un lavoro di pubblica utilità, svolto alla luce del sole e sviluppato in Italia da circa 70 società italiane e multinazionali. Il lavoro che io svolgevo è svolto nel nostro Paese da circa 300 persone al mio livello.»

«Nello svolgere questo lavoro - ha aggiunto Saladino - sono stato consulente della Why not di cui era (insieme ad altri due soci) ed è proprietaria e amministratore la Merante. Sono stato, da febbraio 2003 a maggio 2004, presidente del consorzio Brutium che agiva per nome e per conto dei consorziati tra i quali la WhyNot (di proprietà della Merante e soci). Quest’ultima, per le commesse acquisite, svolgeva tutta l’attività per il 97% del valore della commessa. Il Brutium per le sue attività consortili, tratteneva solo il 3%. Personalmente ho, invece, solo percepito la retribuzione per il lavoro da me svolto e pertanto ho chiesto ai magistrati di constatare rigorosamente la mia situazione patrimoniale ed anche quella della Merante e dei suoi soci.»

«Essendo intervenuti formalmente ed a vario titolo numerosi soggetti- ha concluso Saladino - ho ritenuto opportuno rappresentare all’Autorità Giudiziaria fatti e circostanze, documentalmente provati, che reputavo, per loro, di grande interesse.»