In migliaia a Bergamo per l'ultimo saluto a Piermario Morosini

Bergamo, giovedì 19 aprile 2012
Si sono svolti questa mattina nella Chiesa di San Gregorio Barbarigo, nel quartiere di Monterosso, a Bergamo, i funerali di Piermario Morosini, il venticinquenne calciatore del Livorno (ed ex della nazionale Under-21, di Atalanta, Udinese, Bologna, Vicenza, Reggina e Padova) stroncato sabato scorso da un malore occorsogli durante la gara di campionato che stava disputando con la sua squadra a Pescara.

Alle esequie hanno partecipato circa 5.000 persone, tra i presenti in chiesa e la gente assiepata all'esterno. Altrettante pare abbiano seguito la cerimonia da un maxi-schermo allestito allo Stadio Atleti Azzurri d'Italia|Stadio Atleti Azzurri d'Italia di Bergamo.

Presenti alla funzione varie personalità del mondo del calcio, quali il presidente della FIGC Giancarlo Abete, il presidente della Lega di Serie B Andrea Abodi, il commissario tecnico della nazionale italiana Cesare Prandelli, il commissario tecnico della nazionale U-21 Ciro Ferrara, l'ex-allenatore della Nazionale U-21 Pierluigi Casiraghi e il presidente dell'Associazione Calciatori Damiano Tommasi. Presenti inoltre al completo le squadre di Livorno, Atalanta e Udinese e delegazioni di altri club.

La cerimonia è iniziata intorno alle ore 11:00, officiata da Don Luigi Manetti, che ha esordito con le parole «Dolce amico mio... permettimi di chiamarti 'figlio'». Lo stesso Don Luigi, parlando nel corso dell'omelia della sfortunata esistenza di Morosini (la prematura scomparsa dei genitori, il suicidio del fratello disabile e la disabilità della sorella), ha ricordato le testuali parole dello stesso calciatore, che un giorno gli disse: «Io nella vita ho più grazie da dire, che recriminazioni da fare».

Nel corso della funzione, sono stati poi intonate dai ragazzi delle parrocchia due canzoni di Luciano Ligabue, uno dei cantanti preferiti da Morosini, ovvero Il giorno di dolore e Non è tempo per noi. Una delle persone che hanno preso la parola è stata la Sig.ra Mariella Vavassori, la mamma di Anna, la fidanzata di Morosini, che ha concluso con le parole, idealmente rivolte al ragazzo prematuramente scomparso: «Nell'aldilà, non chiamarmi più 'signora', chiamami 'Mariella'».

Il feretro, accarezzato più volte dallo zio di Morosini, è uscito dalla chiesa intorno alle 12:10, avvolto da alcune delle maglie indossate dal giocatore nel corso della sua carriera, quella amaranto del Livorno (l'ultima sua squadra), quella nerazzura dell'Atalanta (la squadra nel cui settore giovanile è cresciuto) e quella biancorossa del Vicenza (la squadra con cui il giocatore ha disputato il maggior numero di partite da professionista, realizzando anche l'unico gol in carriera).

All'uscita del feretro, si sono levati i cori delle numerose tifoserie presenti all'esterno, alcune storicamente rivali e per una volta unite al di là dei colori, come ha sottolineato il commissario tecnico della nazionale italiana Cesare Prandelli. La salma è stata infine trasferita al Cimitero Monumentale di Bergamo, dove Piermario Morosini riposerà accanto ai genitori e al fratello.

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