Il Senato ha votato la fiducia sulla Manovra

venerdì 1 agosto 2008

Con 170 voti favorevoli, 129 contrari (IdV, Pd e UDC) e 3 astenuti (che contano come voti contrari), il Senato della Repubblica ha votato la questione di fiducia, posta dal Governo Berlusconi IV sulla manovra economica. La Finanziaria passerà ora all'esame della Camera dei Deputati, che sarà chiamata a votarla in seconda lettura.

Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, ha commentato il buon esito del voto mentre teneva una conferenza con il presidente della Romania, Traian Băsescu: «Crediamo che in questa Finanziaria, in cui si cercheranno di ridurre gli sprechi e i privilegi, ci siano i numeri che ci consentiranno di sopportare e superare bene anche questa grave crisi».

Berlusconi, parlando poi del preannunciato «autunno caldo» sul fronte sindacale, ha aggiunto: Non credo che in autunno si debbano manifestare situazioni difficili. C'è in giro tanta voglia di fare, ho avuto anche rapporti con sindacati molto responsabili. Dobbiamo essere coscienti che c'è una inflazione in aumento per una crisi globale. Ma l'Italia ha tutte le possibilità, se tutti ci impegniamo, agendo con concretezza come hanno fatto questo governo e questa maggioranza, per guardare al futuro con ottimismo».

Sulla crisi economica, che «attanaglia Stati Uniti d'America, Unione Europea ed Italia», il premier si è detto certo che «con questa Finanziaria, risponderemo alla crisi internazionale».

Che novità

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Tra le tante, un 'errore' che avrebbe cancellato altrimenti le sanzioni per datori di lavoro che avessero impedito il riposo settimanale dei loro dipendenti. Un'altra è la rielaborazione dei requisiti sugli assegni sociali, che inizialmente chiedevano almeno 10 anni di contributi continuativi per stipendi superiori ai circa 400 euro dell'assegno stesso. Ora la norma si applica 'solo' ai (circa 23.000) cittadini extracomunitari, mentre sono 'graziate' della privazione circa 700.000 persone italiane. Un altro tema 'bollente', il blocco dei reintegri dei precari, interesserà solo i processi in corso, esattamente al contrario di quello che era stato annunciato solo pochi giorni fa.

Riduzione dei fondi per l'editoria cooperativa

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Grande preoccupazione però per la finanziaria in relazione alla fragile stampa indipendente. Testate che vanno dal Manifesto alla Padania, e tante altre locali per un totale di 229 che assorbono solo il 20% della pubblicità, sono a rischio chiusura per i contenuti dell'art.44 del DL 122.

Questo prevede un taglio ai fondi per l'editoria, stimati attorno a 589 milioni di cui 199 diretti e 399 indiretti (agevolazioni fiscali e sulle forniture elettriche, per esempio). Questo fabbisogno, già decurtato dalla finanziaria 2007 fino a 414 mln, è ora stato abbassato di altri 87 mln per il 2009 e 100 per il 2010, sui soli contributi diretti (quelli indiretti restano invariati).

Questa situazione, con l'abbassamento dei contributi statali da 414 mln a 200 esatti nel 2011, secondo il presidente dell'Associazione generale cooperative italiane, Rosario Altieri, «Aprirà un calvario per le piccole testate, costrette in pochi anni alla chiusura. E la “mannaia” si abbatterà non solo sui giornali di partito, ma anche sull'editoria cooperativa e no profit».