Il Nepal diventa una Repubblica

mercoledì 28 maggio 2008

Jāya Nepāla, jāya lokatantra («Viva il Nepal, viva la democrazia»), si sente scandire per le strade di Kathmandu. Il Nepal ha adottato la forma di governo repubblicana alla prima votazione della neo-insediata Assemblea Costituente, che avrà nell'arco dei prossimi due anni il mandato di riscrivere la carta costituzionale dello Stato himalayano.

Il risultato a favore della Repubblica è stato quasi unanime: votanti 564, favorevoli 560 e contrari 4.

Si è così realizzato uno dei passi ritenuti necessari per la transizione verso un regime democratico dopo il periodo di governo autoritario, tra il 2005 ed il 2006, da parte di re Gyanendra. In seguito alle proteste che hanno costretto il monarca a restituire il potere al popolo, il governo provvisorio guidato da Girija Prasad Koirala ha raggiunto, dopo dieci anni di conflitto, un accordo con i guerriglieri maoisti guidati da Prachanda, che hanno optato per la deposizione delle armi sotto l'egida dell'ONU e la partecipazione alla normale vita politica.

La regolarizzazione delle forze maoiste ha permesso lo svolgimento delle elezioni, il 10 aprile scorso, per la prima volta dopo nove anni. La vittoria del partito maoista è stata netta, con la conquista di 220 seggi su 601 (pari al 37% circa) della nuova assemblea. Il partito del Congresso ed il partito comunista marxista-leninista, le altre due maggiori forze in campo, si sono attestate rispettivamente solo a 110 e 103 seggi (18% e 17% circa).

re Gyanendra non è riuscito a recuperare il consenso perduto

La seduta inaugurale dell'Assemblea Costituente è iniziata dopo alcuni rinvii nell'arco della stessa giornata a causa del mancato consenso politico sui nomi dei 26 deputati nominati dal governo. L'accordo più specifico riguardo alla struttura dello Stato è avvenuto invece soltanto nel tardo pomeriggio tra i sette principali partiti, in previsione dell'istituzione di una carica di Presidente della Repubblica avente funzione cerimoniale con poteri limitati, ed una carica di Primo ministro che detenga il potere esecutivo.

L'abolizione della monarchia, ed in particolare la fine della dinastia Shah che governava il paese dal 1768, era già stata prevista da un emendamento costituzionale promulgato il 28 dicembre 2007, cui è seguita la nazionalizzazione dei beni e delle tenute della Casa reale.

Fonti vicine alla corte riferiscono che da stamattina siano in corso dei colloqui tra il re ed i suoi collaboratori più fedeli per pianificare le prossime mosse in previsione di una sua riduzione allo stato di cittadino ordinario, tenuto a rispondere delle sue azioni davanti alla legge. Già ieri, poco dopo il giuramento del nuovo Parlamento, il comportamento del re aveva suscitato curiosità da parte della stampa con la partenza dal Palazzo della capitale per una residenza privata di campagna. L'ufficio stampa della casata non aveva voluto sbilanciarsi, sostenendo che si sarebbe trattato solo di «un normale evento» che avrebbe ricevuto un'attenzione eccessiva da parte dei mezzi d'informazione.

Nonostante l'appello a recarsi alle urne alla vigilia del voto, la monarchia non è riuscita nell'intento di recuperare parte del consenso perduto negli ultimi anni. Sono stati premiati invece i maoisti, portatori del programma più radicalmente ostile al sovrano, e non sono a quel punto sussistiti più ostacoli verso la strada repubblicana, che ha trovato nella data odierna la sua concretizzazione.

Per celebrare l'evento il governo ha indetto, dal 28 al 30 maggio, tre giorni di festività nazionale.

Fonti