Il 29 marzo si vota per il referendum costituzionale

sabato 8 febbraio 2020 Il prossimo 29 marzo avremmo dovuto votare il referendum costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari, ma l'emergenza sanitaria legata al Corona Virus ne ha suggerito lo spostamento a una nuova data, per consentire un sereno dibattito su un tema centrale della vita civile del nostro Paese.

Il quesito sarà: "Approvate il testo della legge costituzionale concernente "Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari", approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta ufficiale della Repubblica Italiana - serie generale - n. 240 del 12 ottobre 2019?"

Il complesso iter della riforma costituzionale aveva avuto alla Camera l'approvazione con la maggioranza qualificata dei due terzi, cosa che non era stata ottenuta al Senato. 71 senatori (più di un quinto) hanno chiesto che venga indetto il referendum che non richiede il raggiungimento di un quorum, ovvero chi vota decide, a differenza dei referendum abrogativi per i quali è necessario che vada a votare il 550% più degli aventi diritto perché l'esito sia valido.

I partiti e movimenti che sostengono il governo invitano a votare sì, per confermare il taglio del numero dei parlamentari.

In contrapposizione c'è un fronte di partiti e movimenti che invitano a votare no, soprattutto per il timore che in un parlamento meno numeroso si tolga alle minoranze la possibilità di essere rappresentate: essi ricordano che, in sede di dibattito delle sottocommissioni dell'Assemblea Costituente, Umberto Terracini, che ne era presidente, aveva espresso il monito:

« quando si vuole diminuire l’importanza di un organo rappresentativo s’incomincia sempre col limitarne il numero dei componenti, oltre che le funzioni »

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