Fusione Intesa-San Paolo: i soci dicono sì

1 dicembre 2006

La fusione tra Banca Intesa e Sanpaolo IMI ha avuto ieri il consenso dei soci, riuniti ieri in assemblee distinte. A Milano sono state necessarie 8 ore l'assenso alla fusione, più semplice l'accettazione a Torino, anche se i voti favorevoli sono stati il 93,7% a causa anche dell'astensione del banco Santander. La nuova banca sarà la più grande in Italia: oltre 5.500 sportelli, 13 milioni di clienti e un valore in Borsa di 65 miliardi di euro.

Il nuovo gruppo sarà guidato da Giovanni Bazoli, affiancato da due vicepresidenti, Antoine Bernheim e Rodolfo Zich. Corrado Passera, prossimo amministratore unico, ha fatto il punto della situazione, indicando alcuni nodi ancora da sciogliere, tra cui il ruolo delle Generali e il rapporto con Crédit Agricole azionista di maggioranza di Nextra.

Generali è socio stabile di Banca Intesa e partner di Intesa Vita. Con la fusione, San Paolo porterà in dote Eurizon, il polo assicurativo torinese. Una possibile soluzione potrebbe essere l'integrazione tra le due compagnie.

Intesa ha ceduto il 65% di Nextra, società di fondi, a Credite Agricole. Ora si pone il problema di come posizionarsi con la società San Paolo Asset Management, che ha le stesse caratteristiche. Una possibile soluzione è il riacquisto di Nextra e la fusione. Un'altra possibilità è la costituzione di una nuova società, un'azienda ancora più grande, che si posizionerebbe al 5 posto a livello europeo.

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