Economia italiana, S&P's: "Miglioramento impressionante"

venerdì 11 gennaio 2008

Gli ottimi dati sullo stato dell'economia dell'Italia hanno suscitato profonda soddisfazione su molti fronti, a cominciare dal Governo. Ma a parlare questa volta, con toni entusiastici, è l'agenzia di rating S&P's, che si espressa in particolare sul dato deficit/pil, sceso dal 4% del 2006 all'1,3% del 2007: "Una performance impressionante, soprattutto il rapporto deficit-pil sceso nei primi nove nesi del 2007 all'1,3%."

La diminuzione del debito pubblico in rapporto al Prodotto Interno Lordo più alta dal 1999 è quindi ben vista dalla Standard & Poor's, anche se tramite il suo primary analist Trevor Cullinan dice che parte del merito è da dare a una componente ciclica, ovvero una sorta di onda del rapporto deficit/pil, che però non ha margini di quantificazione.

Dall'inizio del 2006, prima cioè dell'avvicendamento Berlusconi - Prodi al Governo, la S&P's ha cominciato a declassare il giudizio sull'economia del bel paese, fino ad A-, simbolo di conti pubblici in rosso e crescita lenta. Il massimo giudizio, comune a diverse economie occidentali, è la doppia A, che designa un'economia con il vento in poppa.

Ma non tutti i giudizi sono positivi. Riprendendo in mano la componente ciclica, Cullinan ha precisato che la squadra di governo del professore dovrà incentrarsi su riforme volte a diminuire la spesa pubblica, il debito e ad aumentare la libertà di mercato: lo schema economico italiano, infatti, a differenza di quello degli Stati Uniti d'America, vede ancora un intervento statale troppo deciso.

In conclusione dell'intervista (che ha rilasciato per Il Sole 24 Ore), Trevor Cullinam ha appunto detto: "Anche se la performance attuale sui conti pubblici è migliore del previsto per cambiare giudizio e voto devono essere soddisfatte le nostre attese circa un miglioramento concreto delle finanze pubbliche e i tagli alla spesa"

Fonti