Comunità Montane: il destino è la chiusura

martedì 23 settembre 2008

Sede della più grande comunità italiana: la Comunità Montana della Valle Camonica

Una doccia fredda ha sconvolto ieri ad Idro la conferenza tenuta da numerosi amministratori delle comunità montane per rilanciarne l'istituzione.

Il sottosegretario all’Economia Daniele Molgora ha infatti espresso a chiare lettere che il loro destino è di chiudere «bottega», al fine di «tagliare e agire sugli sprechi» per ottenere nuove modalità di finanziamento dei comuni montani.

Ermano Pasini, ospite e presidente della Comunità montana di Valle Sabbia, ha ribattuto: «chi guida, gestisce e lavora in una Comunità montana considera questa realtà come uno strumento con cui realizzare una politica di tutela e di sviluppo del territorio. Se ora si vogliono cancellare le Comunità montane è fondamentale che la politica individui uno strumento in grado di garantire alle popolazioni che vivono in montagna le stesse opportunità in termine di utilizzo delle risorse e del territorio di chi abita territori più fortunati come collocazione geografica. Che cosa hanno in mente i nostri politici per la montagna Italia?»

Enrico Borghi, presidente dell’Uncem, l’unione nazionale delle Comunità: «Non è che smantellando i servizi pubblici si favorisca poi l’arrivo dei privati» e «La montagna che noi rappresentiamo da quasi quarant’anni produce il 17% del Pil italiano. Le Comunità montane non sono solo carrozzoni dove vanno a sedersi i cosiddetti trombati della politica, ma rappresentano tutta la gente di montagna che vede il proprio territorio espropriato dei beni a vantaggio di altre aree più fortunate come collocazione geografica».

Assenti invece i tre ministri invitati: Raffaele Fitto Dipartimento per gli Affari Regionali e le Autonomie Locali, Giulio Tremonti Ministro dell'Economia e della Finanza e Mariastella Gelmini, Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca italiano.