Ciclismo, doping: 12 anni di squalifica a Riccò
Roma, giovedì 19 aprile 2012
Il Tribunale Nazionale Antidoping ha condannato il ciclista Riccardo Riccò a 12 anni di squalifica (fino al 18 aprile del 2024), gli stessi chiesti dalla Procura del CONI il 12 ottobre 2011. A Riccò, che era già stato squalificato per 20 mesi a seguito della positività riscontrata al Cera durante il Tour de France del 2008, è contestata un'autoemotrasfusione risalente al febbraio 2011 — al tempo gareggiava per il team Vacansoleil —, quando aveva rischiato di morire. Il modenese è stato anche condannato al pagamento delle spese del procedimento (15000 euro) che si vanno ad aggiungere ad una sanzione economica di 5000 euro.
Questa condanna fa riferimento all'episodio accaduto il 6 febbraio del 2011: Riccardo Riccò viene ricoverato in ospedale dopo aver accusato un malore, dovuto ad un blocco renale, al termine di un allenamento. In seguito il medico rende nota la confessione di Riccò, reo di aver effettuato una autoemotrasfusione con del sangue che conservava in frigo da 25 giorni. Il Comitato Olimpico Nazionale Italiano e la Procura di Modena aprono due indagini per violazione delle norme antidoping: il ciclista viene prima sospeso e successivamente licenziato dalla Vacansoleil.
La squalifica di 12 anni mette praticamente la parola "fine" alla controversa carriera del ciclista emiliano.
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modificaFonti
modifica- «Riccò, carriera finita Dodici anni di squalifica» – La Gazzetta dello Sport, 19 aprile 2012.
- «ANTIDOPING: Il TNA squalifica Riccardo Riccò per 12 anni» – CONI, 19 aprile 2012.
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