Censis: la società italiana è sempre più disgregata
venerdì 7 dicembre 2007
Il Censis ha presentato il suo 41imo rapporto annuale rapporto sullo stato sociale dell'Italia. Ne emerge un Paese in crescita in termini di PIL, ma con gravi difficoltà a livello sociale, familiare e individuale per molti italiani. Queste alcune delle cifre:
Politica: si sta perdendo l'identità collettiva e aumenta la frammentazione e disillusione della gente, 'poltiglia di massa' senza fiducia nel futuro e nella politica. In termini percentuali vi sono 8 italiani su 10 che non si fidano della politica, e oltre il 52% non ha soddisfazione nelle istituzioni, anche se si gradisce maggiormente il comune con quasi il 70% del gradimento. Questo nonostante il forte incremento delle multe comunali che sono aumentate del 52%.
Società: i progressi economici sembrano legati a dinamiche di minoranza e quindi non riguardano la massa della società e non vengono particolarmente avvertite dalla gente.
Aggressività: in aumento esprimendo una sorta di degenerazione antropologica. Particolarmente evidente agli stadi ma anche nelle famiglie, sempre più precarie e low-cost.
Cellulari: gli utenti sono l'86,4% della popolazione, con punte di oltre il 96% tra i giovani di 14-29 anni. Si avvicina oramai alla percentuale degli italiani che usano la TV, ovvero il 92,1%. Il Centro-Italia è particolarmente interessato da tale incremento.
Famiglie: alle bollette legate alla casa va il 31% di tutte le entrate economiche della famiglia, mentre gli alimenti segnano una flessione dal 1996, a causa delle spese come quelle del mutuo della casa, dal 21 al 19%.
Carcere: i detenuti sono ridiventati, nonostante l'indulto dell'anno scorso, 43.957. Solo il 40% hanno una condanna definitiva, un terzo è straniero, prevalentemente si tratta di clandestini.
Università: 350.000 ragazzi, ovvero il 22%, sono studenti fuori-sede, con una spesa media mensile di 1.100 euro.
Criminalità: il 22% degli italiani convivono con la criminalità organizzata, specialmente al Sud dove si arriva nelle 4 regioni più affette, ad oltre il 77%.
Internet: gli internauti italiani sono il 45,3% della popolazione, specialmente tra i giovani che arrivano ad oltre il 68%.
Considerazioni generali
Sulle linee generali il Censis delinea una crisi della società italiana, improntata al pessimismo, al senso di vuoto e all'inerzia di fronte alle sfide del futuro. Ciò nonostante individua delle minoritarie forze positive che possono dare all'intera società la propulsione verso il futuro.
Nelle "considerazioni generali" a introduzione dello studio del Censis, si sottolinea come non ci sia ragione, nel complesso, «per innamorarsi di un'ipotesi di declino e impoverimento»; sottolineando come gli studi del Censis già dal 2003 abbiano sottolineato le spinte positive dell'economia italiana.
Nondimeno, il rapporto mette in luce come le parti più vitali della società italiana non riescano, con le loro attività, a far 'percolare' un certo generale livello di benessere ed evoluzione. Non abbiamo più fiducia nel popolo spiega il presidente del Censis Giuseppe De Rita, e il popolo, le istituzioni, la scuola stanno diventando parole vuote, ciò inclusi i tentativi di marketing come il PDL berlusconiano e il PD che invece, si raggrinsa su se stesso piuttosto che cercare un vero sviluppo collettivo.
De Rita aggiunge che piuttosto, è il sistema bancario, assicurativo ed industriale che reggono e dimostrano attività. La società in degrado magari intenta a devastare le scuole piuttosto che frequentarle, e l'aspirazione alla presenza come se fosse l'unico istinto rimasto. La cosa più grave è il rifiuto della responsabilità. da cui invece sarebbe necessario che si ripartisse. Nel frattempo, sono piuttosto gli italiani che ripartono, investendo i capitali e il tempo all'estero, con una crescita di emigrazioni del 15%.
Fonti
- «Frammentata e spaesata, per il Censis l'Italia è una «poltiglia»» – L'Unità, 7 dicembre 2007.
- «Censis: "La nostra società poltiglia"» – Il Giornale, 7 dicembre 2007.
- «De Rita: "Una società mucillagine al posto dello sviluppo di popolo"» – La Repubblica, 7 dicembre 2007.
- «In Italia continua il silenzioso boom ma è opera di una "minoranza vitale"» – La Repubblica, 7 dicembre 2007.