Castellaneta, anestetico invece di ossigeno: morti in ospedale
sabato 5 maggio 2007
L'impianto di distribuzione dell'ossigeno dell'Unità di Terapia Intensiva Coronarica dell'Ospedale civile di Castellaneta, nel tarantino, è stato posto sotto sequestro dai carabinieri dopo la morte di un uomo cardiopatico 69enne. Al paziente, sottoposto a ventilazione forzata all'interno del reparto, è stato infatti somministrato un gas anestetico invece che ossigeno. Lo ha confermato il Direttore generale dell'Ausl di Taranto, Marco Urago, in un fax inviato all'Assessore regionale pugliese alla Sanità, Alberto Tedesco: «La presenza di protossido di azoto all'interno dei circuiti gas medicali a servizio del reparto Utic è stata causata da un errato collegamento, in fase di esecuzione dell'impianto, della linea di ossigeno alla linea principale di distribuzione del protossido di azoto, utilizzato da altri reparti».
Proprio il dirigente medico dell'Azienda sanitaria tarantina, appena appresa la notizia dell'ennesima morte nel reparto di Terapia Intensiva di Castellaneta, assieme a personale medico e tecnico dell'Ausl, ha compiuto un sopralluogo all'impianto di erogazione dell'ossigeno, seguendo i tubi che trasportano gas all'Utic. Secondo Urago, «il punto dell'impianto dove si è verificata l'inversione di collegamento tra ossigeno e protossido d'azoto è ubicata in prossimità di un cavedio centrale del primo piano della struttura dove si trovano le montanti di distribuzione di tutti i gas medicali, nell'atrio dell'Utic».
L'impianto era stato collaudato dalla ditta "Ossitalia" il 31 marzo 2005, certificandone il corretto funzionamento.
Sull'episodio sono state aperte due inchieste. Una da parte della Procura della Repubblica di Taranto, che procede contro ignoti per il reato di omicidio colposo. Le indagini sono state affidate al Sostituto procuratore Mario Barruffa. Un'altra inchiesta è stata avviata dalla Regione Puglia.
Le reazioni
modifica«Il nostro sistema sanitario - ha dichiarato il Presidente del Consiglio, Romano Prodi - ha delle punte splendide e degli episodi di dedizione straordinari, sia professionali che umani». «Allora è chiaro che noi dobbiamo lavorare - ha concluso il premier - perché fatti come quelli di Taranto non coprano il buono che c'è in un sistema sanitario come quello italiano».
«Apprezzo molto la tempestività e la trasparenza del Governo regionale. Ci auguriamo che la magistratura faccia rapidamente le indagini e sono sicura che rapidamente avremo accertata la verità dei fatti. Faremo la nostra parte», ha commentato il Ministro della Salute, Livia Turco.
Duro il commento del Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola: «Siamo di fronte ad un fatto sconvolgente la cui gravità non può essere assolutamente minimizzata. La Regione può subito annunciare l'intenzione di presentarsi parte civile nei confronti degli ipotetici responsabili della vicenda».
«Quello che è accaduto all'ospedale di Castellaneta, nell'unità di terapia intensiva, è gravissimo e conferma che il problema è la mancanza di sicurezza», afferma Teresa Petrangolini, segretario generale di Cittadinanza attiva, che prosegue: «Un conto è un medico che sbaglia ma, nella sanità, non si può sbagliare nelle procedure di sicurezza, nell'attuazione delle norme».
L'ospedale di Castellaneta
modificaIl nosocomio di Castellaneta è di recente costruzione. Si tratta di una struttura ampia, eretta per realizzare un punto di riferimento sanitario per la zona ovest della provincia di Taranto.
Articoli correlati
modifica- Castellaneta, sono 23 gli indagati, 12 maggio 2007
Fonti
modifica- «Taranto: anestetico invece di ossigeno, morti in ospedale» – Agi, 5 maggio 2007.
- «Si indaga su tubi scambiati» – ANSA, 5 maggio 2007.
- «Azoto al posto dell'ossigeno: scambiati i tubi delle mascherine?» – Quotidiano nazionale, 5 maggio 2007.
- «All'origine delle morti nell'ospedale di Castellaneta un collegamento errato» – RaiNews24, 5 maggio 2007.
- «Morti sospette in ospedale Taranto, Asl: errato collegamento gas» – La7, 5 maggio 2007.
- «Morti sospette in ospedale, Vendola: "Saremo parte civile"» – L'Unità, 5 maggio 2007.