Birmania: aggiornato a 78.000 morti il conteggio delle vittime di Nargis

sabato 17 maggio 2008

Alberi abbattuti dalla furia del ciclone Nargis

A quindici giorni esatti dal passaggio del Ciclone Nargis, che ha completamente devastato lo stato sud-asiatico del Myanmar, l'ennesimo aggiornamento, al rialzo, del bilancio dei morti, offre la visione di una vera e propria ecatombe. I morti accertati sono 77.738 morti, i dispersi sono 55.917, per un totale di 133.655 persone. Il bilancio, in linea con quello fatto dalle varie ONG, è stato fornito dalla giunta militare birmana.

Una catastrofe di questo genere è paragonabile, per dimensioni, allo tsunami che il 26 dicembre del 2004 uccise oltre 300.000 persone in tutto il bacino dell'Oceano Indiano.

Purtroppo però, le condizioni di vita dei sopravvissuti sono estremamente precarie, a cominciare dai residenti nel delta dell'Irrawaddy, una delle zone maggiormente disastrate, ancora afflitte da piogge torrenziali. I pochi sopravvissuti, infatti, iniziano a morire, sia per il freddo ma soprattutto per le epidemie, che in condizioni simili sono di facilissima diffusione.

Gordon Brown accusa la giunta di essere colpevole di «azioni inumane»

Intanto, proseguono le polemiche sulle decisioni che la giunta, al potere da venti anni, sta prendendo in favore della popolazione. Pur mantenendo l'assoluto divieto di ingresso ai giornalisti, i comandanti hanno permesso ad un ristretto gruppo di diplomatici stranieri di sorvolare in elicottero le zone più disastrate. Negato invece l'accesso al commissario dell'Unione Europea allo sviluppo e aiuti umanitari, Louis Michel, che ha annunciato l'ingresso, nella giornata di oggi, di cento medici che potranno così offrire aiuto sanitario a tutti coloro che sono scampati alla tragedia.

Sulle restrizioni della giunta, si è espresso con particolare durezza Bernard Kouchner, ministro degli esteri francese, che ha parlato di un «inaccettabile crimine contro l'umanità». Gordon Brown, primo ministro del Regno Unito, ha definito Nargis una «catastrofe provocata dagli uomini», accusando la giunta di «essere colpevole di azioni inumane» e di «negligenza».

Infine, la Croce Rossa Internazionale, congiuntamente con l'Organizzazione delle Nazioni Unite, è tornata a chiedere aiuti economici per poter acquistare i beni di prima necessità. La richiesta, al momento, è di quasi 33 milioni di euro.

Fonti