Bimbi bolliti, la Cina protesta

28 marzo 2006 Nuovo caso diplomatico contro il governo in carica: intorno alle 14:00 di oggi è giunta notizia della replica del governo cinese alle parole di Silvio Berlusconi, che, riprendendo una frase da "Il libro nero del comunismo", ha detto domenica a Napoli, che i comunisti cinesi bollivano i bambini per farne concime. "Siamo contrariati da queste affermazioni infondate, - si legge in un comunicato del ministero degli Esteri cinese - Le parole e le azioni dei leader italiani dovrebbero andare a beneficio della stabilità e dello sviluppo di relazioni amichevoli tra Cina e Italia".

Per la maggioranza ha subito risposto Alessandra Mussolini, dicendo che sulla Cina il premier ha detto una piccola verità, poiché in Cina vi sono i laogai, campi di concentramento dove lavorano diversi milioni di cinesi dissidenti dal governo.

Anche Romano Prodi è intervenuto nella vicenda, affermando che il premier scredita l'immagine dell'Italia all'estero. "Le parole di berlusconi - ha detto il leader dell'Unione - offende l'intero popolo cinese, formato da un milardo e trecento milioni di individui. Anche se la metà di loro dimenticherà le parole di Berlusconi, comunque una popolazione di 650 milioni di individui se la ricorderà: grazie a Berlusconi, l'Italia è screditata all'estero e senza crescita all'interno".

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