Bielorussia: in 25mila contestano le elezioni

20 marzo 2006

Invitate dal leader dell'opposizione a contestare i risultati delle elezioni, migliaia di persone sono scese in piazza, manifestando contro Aleksandr Lukašenko, da più di dieci anni alla guida della Bielorussia e più volte indicato come l'ultimo dittatore d'Europa.

Le elezioni sono state immediatamente contestate dagli osservatori del OCSE, mentre l'Unione Europea faceva sapere di essere intenzionata a programmare sanzioni per la Bielorussia. E se Vladimir Putin, presidente della Federazione russa, dichiara tutto il suo appoggio al presidente uscente, gli Stati Uniti reclamano a gran voce che vengano ripetute le elezioni.

Nel frattempo la gente si è riversata in piazza, decisa a continuare la scia di rivoluzioni bianche, come quella che ha portato alla caduta del governo filorusso in Ucraina, sfidando apertamente il governo che aveva promesso di "spezzare ogni protesta come il collo di un'anatra", senza contare che nei giorni precedenti centinaia di attivisti dell'opposizione sono stati arrestati.

Lukashenko asserisce di aver vinto con l'89% dei voti, a fronte di un misero 3% del principale rivale dell'opposizione, Alexander Milinkevich.

Ma il rapporto dell'Ocse ha fatto precipitare gli eventi e Milinkevich ha chiesto alla gente di versarsi in piazza per cambiare il corso delle cose, sostenendo che lo scarto fra i due candidati è di 6 punti (43% Lukashenko, 37% Milinkevich).

La Bielorussia rischia di diventare una nuova polveriera per i rapporti fra Oriente e Occidente europei: da un lato, l'UE e gli USA, che spingono per una ripetizione delle consultazioni, minacciando sanzioni che dovrebbero colpire il sistema dei visti, dall'altra la Russia, che ha riconosciuto Lukashenko vincitore e che oggi, in una nota, gli ha assicurato appoggio e augurato un buon lavoro.

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