Berlusconi decaduto dalla carica di senatore

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giovedì 28 novembre 2013

Silvio Berlusconi in una foto del 2008.

Ieri, alle ore 17:43 l'aula del Senato ha votato sì alla decadenza di Silvio Berlusconi dal ruolo di parlamentare, secondo quanto stabilito dalla legge Severino. Infatti la legge indica la perdita da qualsiasi carica elettiva a seguito di condanne particolarmente gravi, in questo caso quella del "processo Mediaset" avvenuta 4 mesi fa.

Il tutto era cominciato ad agosto con la suddetta condanna; era stata poi bocciata nella Giunta delle Elezioni la relazione del senatore del PdL Andrea Augello, che basava il suo intervento a difesa di Berlusconi sulla presunta retroattività della legge Severino - opinione che PD e M5S non condividono - che secondo il centrodestra si potrebbe applicare solo in casi avvenuti posteriormente all'emanazione della legge (il 2012) e quindi non a Berlusconi, il cui processo cominciò nel 2006. Inoltre ieri in Senato, prima della decadenza, sono stati respinti nove ordini del giorno che intendevano posticipare la delibera.

Sono stati favorevoli alla decadenza PD, M5S e SC con almeno 191 voti, mentre Nuovo Centrodestra, Lega Nord e soprattutto Forza Italia si sono fermamente opposti raccogliendo 112 voti. Inoltre il centrodestra ha duramente criticato il Presidente del Senato Piero Grasso che ha permesso di utilizzare il "voto palese" (ogni senatore dichiarava esplicitamente se era a favore o contro la decadenza, invece che farlo in segreto nelle urne) che secondo il regolamento del Senato non si dovrebbe usare per le votazioni concernenti persone.

Silvio Berlusconi, prima del voto, ha svolto a Roma una manifestazione a suo sostegno, in cui ha attaccato il Comunismo, Magistratura democratica e la politica d'austerità europea. Ha detto poi che sarà presente in politica pur senza stare in Parlamento ed ha indicato la sua decadenza come un Colpo di Stato.

Intanto in Senato, dopo il voto, le donne di FI, vestite tutte di nero, hanno detto, così come Angelino Alfano, che è stato «un brutto giorno per la democrazia» italiana. Al contrario il segretario del PD Guglielmo Epifani ha detto che il Senato «ha fatto solo il suo dovere». Per il fondatore del M5S Beppe Grillo è solo l'inizio: «Fuori uno. Ora dobbiamo mandare tutti gli altri a casa».