Beppe Grillo in Senato per la legge d'iniziativa popolare

venerdì 14 dicembre 2007

Oggi Beppe Grillo ha fatto visita a Palazzo Madama, portando con sé 18 faldoni per la legge d'iniziativa popolare sulla non candidabilità di inquisiti in Parlamento, chiamata Parlamento pulito. In tutto sono state raccolte in questi mesi circa 350.000 firme. Arrivando in risciò lungo via Zanardelli, verso le 11 è entrato a Palazzo Madama accompagnato da circa 30 "grillini".

Durante l'avvicinamento, inseguito da giornalisti e fan, Grillo ha rilasciato dichiarazioni su diversi argomenti "caldi": «La privatizzazione dell'acqua non è politica, il nucleare non è politica, una centrale nucleare non mi cambia la vita. Eppure c'è qualcuno che non capisce nulla di nucleare e vorrebbe riproporlo. Il paese è da dare in mano a gente di 30 anni, magari invece tra poco torna lo psico-nano, ci divertiremo per tre anni».

Infine, una frase dedicata anche a Napolitano: «Napolitano ha detto che questa non è l'Italia di Grillo. Meno male, mi ha tolto un peso, e ha ragione perché questa è l'Italia di Napolitano».

La legge, che contempla anche l'impossibilità di essere rieletti per oltre 2 legislature, è stata uno dei pezzi "forti" della sua campagna mediatica. Arrivato con una decina di supporter dal presidente Franco Marini, gli ha consegnato il "libretto nero", ovvero la proposta di legge popolare.

Grillo ha anche fatto dichiarazioni sulla politica e i mass-media; tra le altre frasi raccolte: «Gazebi, psico-nani, cose rosse: questa non è politica»; «c'è gente qua da 30 anni, una volta nella vita devono capire cosa fa tutti i giorni il popolo sovrano».

Annunciando il prossimo 25 aprile un V-Day sull'informazione, Grillo ha discorso circa la libertà di stampa e di informazione: «il vero pericolo di questo paese non è la politica, è l'informazione. Ormai nei CDA degli organi di informazione siedono industriali, banchieri e politici. Così come anche i tg, sono completamente sfacciati. Non c'è più in questo paese una informazione normale. Quindi via i finanziamenti pubblici ai giornali, se fai un giornale, te lo finanzi, ci lavori, lo fai bello e lo vendi. Vivi con chi ti compra e chi ti legge» e infine ne ha avute per l'ordine dei giornalisti: «bisogna abolirlo perché è fascista, è mussoliniano».

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