Autobomba uccide undici persone in Iran

mercoledì  14 febbraio 2007

Un'autobomba è detonata oggi poco fuori la città di Zahedan, capitale della provincia del Sistan-Baluchestan in Iran. La bomba ha ucciso undici guardie rivoluzionarie e ne ha ferite altre 31. Si tratta dell'attentato più sanguinoso degli ultimi anni in questa zona al confine con il Pakistan, dove è attivo il traffico di droga.

Jundallah (le Brigate di Dio), un gruppo sunnita sospettato di avere legami con al-Qaida, avverso al regime shiita al governo in Iran, avrebbe rivendicato la responsabilità dell'attentato. In relazione all'attentato, Hossein Ali Shahriyari, deputato di Zahedan, ha attaccato il Pakistan, definendolo "il paradiso dei ribelli".

Secondo l'agenzia IRNA, cinque persone sono già state arrestate: due negli immediati minuti dopo l'attentato, trovati in possesso anche di una telecamera e di alcune bombe a mano, altre tre nelle ore successive.

Già nel giugno scorso nella zona c'era stati tre attentati, che tuttavia avevano provocato solo due feriti. A dicembre Jundallah aveva rapito sette soldati iraniani, che sono stati rilasciati un mese più tardi grazie alla mediazione dei locali capitribù.

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