Afghanistan: l'Italia aumenta l'impegno

mercoledì 10 dicembre 2008

L'Italia rafforzerà l'impegno in Afghanistan contro i talebani. All'indomani della visita a Roma del comandante del Comando Centrale statunitense (CENTCOM), generale David Petraeus, sia dal ministro della Difesa Ignazio La Russa che dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sono arrivati annunci di un aumentato impegno italiano in Afghanistan.

Le dichiarazioni modifica

 
Le province dell'Afghanistan. Il RC-W comprende le province di Badghis, Herat, Ghowr e Farah

L'onorevole La Russa, di fronte alle Commissioni Difesa ed Esteri del Senato, ha affermato che aumenteranno le truppe schierate dalle attuali 2.300 alle 2.800, per circa sei mesi. Questo aumento è volto a rafforzare la provincia di Farah, oggetto da molti mesi di una forte presenza talebana.

Il ministro ha inoltre precisato che si tratta di un aumento in linea con i vincoli del mandato, che riguardano una partecipazione media di 2.600 soldati.

Il Primo Ministro Berlusconi avrebbe invece affermando che vi sarà un maggiore impegno italiano non in termini di più truppe, ma con l'estensione dei caveat che limitano l'operatività dei soldati italiani, di modo che «potranno fare di più di quanto non potessero fare prima». Questo lascia supporre un impiego delle truppe italiane in operazioni di combattimento.

Il ministro della Difesa La Russa ha quindi dettagliato l'impegno futuro dell'Italia nell'ovest dell'Afghanistan, dove alla guida del Regional Command West (RC-W) c'è un generale italiano, il Generale di Brigata Paolo Serra. Si continuerà l'esperienza degli OLMT, gli Operational Mentoring Leason Team[1], aumentandoli da 3 a 7, e grazie all'incremento degli sforzi opereranno nell'area un ulteriore Battle Group ed un Aviation Battalion. Proprio in questi giorni, infine, stanno giungendo i 4 cacciabombardieri Tornado dell'Aeronautica Militare, che saranno impiegati per compiti di sorveglianza aerea, dalla base di Mazar-e Sharif.

La situazione modifica

La guerra in Afghanistan è lontana da una soluzione, e da tempo si auspicano trattative con i talebani. La think tank ICOS (International Council on Security and Development)[2] ha recentemente affermato, in uno studio nettamente criticato dalla NATO, che i talebani sarebbero attivi nel 72 % del territorio afghano. Tra le province a forte infiltrazione talebana anche Farah, vicina alle province del sud, storiche roccaforti talebane. La provincia di Farah, nella quale opera un Provincial Reconstruction Team a guida statunitense, si trova sotto il Regional Command West (RC-W), a guida italiana e con sede ad Herat.

Il Regional Command West ha a disposizione circa 2.990 soldati[3], di cui quasi 1.700 italiani, essendo di gran lunga il comando con meno truppe per porzione di territorio, tra i comandi regionali dell'ISAF. Le altre truppe italiane sono impegnate a Kabul, ma parte di queste sarà trasferita ad Herat per fornire maggior supporto in quella zona.

Ad Herat ha anche sede il quartier generale del 207º corpo d'armata dell'esercito nazionale afghano, con cui operano gli OMLT italiani.

Note modifica

  1. team di soldati che in veste di addestratori e consiglieri militari seguono le truppe afghane tanto nell'addestramento quanto nelle operazioni di combattimento
  2. "The Taliban are back: Situation update December 2008" dal sito dell'ICOS
  3. [1] pdf, schieramento militare dell'ISAF al 01 dicembre '08

Fonti modifica

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