Addio al regista Sydney Pollack

martedì 27 maggio 2008

Sydney Pollack

Lutto nel mondo del cinema. Il regista Sydney Pollack si è spento all'età di 73 anni a Los Angeles, ucciso da un cancro allo stomaco. A dare l'annuncio al pubblico è stato il suo agente ed amico Leslee Dart. Tipico esponente della "New Hollywood", ha avuto per molti anni un particolare rapporto artistico con Robert Redford, con il quale ha girato 7 dei suoi film più celebri. Meno celebre è forse il suo apporto come membro fondatore del Sundance Institute dello stesso Redford, e della Film Fondation di Martin Scorsese.

Pollack, 2 premi Oscar per La mia Africa nel 1985, ha avuto complessivamente 46 candidature con appena ventuno lungometraggi. Tra le tante cose che hanno caratterizzato questo autore molto amato e molto polemico con il potere, il fatto di avere ricoperto di volta in volta ruoli di produttore, regista e attore, ma anche l'amicizia personale con Fidel Castro che andava talvolta a trovare guidando il suo jet privato. George Clooney l'ha ricordato con queste parole: «Sydney ha migliorato un po' il mondo, un po' il cinema e un po' anche le cene».

La vita e le opere

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Pollack nasce a Lafayette, il 1 luglio 1934. Il suo cognome tradisce la sua origine non anglosassone, essendo i suoi genitori due ebrei russi espatriati. La sua carriera inizia studiando a New York recitazione, al Neighborhood Playhouse, poi recita in alcune serie TV. Debutta così, prima ancora che come regista, come attore e per giunta, televisivo, caratteristica non comune rispetto a tanti altri registi. Fu poi John Frankenheimer, regista televisivo passato al cinema, a portarlo nel mondo della regia. Ad Hollywood, Pollack dirige alcuni episodi delle serie televisive dell'epoca, tanto da vincere anche un premio Emmy. Fa carriera, si cimenta in nuove esperienze televisive, incontra grandi attori come Burt Lancaster, con cui lavorerà poi all'edizione americana de Il Gattopardo, per poi continuare con due dei suoi primi film. Sul set di Caccia di guerra incontra Robert Redford, e lui sarà poi, come nessun altro, l'interprete preferito di molti dei suoi più grandi film.

Inizia a lavorare come regista nel film La vita corre sul filo, del 1964, che non ha mancato di avere un certo successo, ma che Pollack non ha mai amato (l'unico, forse, dei sui 21 lungometraggi). Seguirà il più costoso ma meno fortunato Questa ragazze è di tutti del '66 (in cui compare anche il giovane Redford), e Joe Bass l'implacabile con Lancaster. Seguono altri film, ma quello che lo impone definitivamente all'attenzione del grande pubblico e della critica è Non si uccidono così anche i cavalli? del '69: 9 nomination per gli Oscar, ma perde contro Un uomo da marciapiede di Sclhesinger.

Sarà il decennio successivo a confermare l'astro di Pollack, che raggiunge il culmine della gloria. E Robert Redford è senz'altro il suo alter ego cinematografico, tanto che interpreta in fila: un western "atipico", un western moderno (e ancora più atipico), un film di denuncia sulle malefatte dei servizi segreti, una lunga storia d'amore e di impegno politico. Queste pellicole sono, nell'ordine: Corvo Rosso non avrai il mio scalpo(1972), Come eravamo (1973), I tre giorni del condor (1975) e Il cavaliere elettrico (1979). In pratica, all'epoca Pollack si "divideva" Redford con un altro grande regista dell'epoca, George Roy Hill (quello de La stangata). Da ricordare che Corvo Rosso è un film con uno dei titoli "italiani" meno felici e rispondenti al titolo originale, che era molto più semplicemente Jeremiah Johnson. Oramai quelli di cui sopra sono film raramente visibili nel palinsesto televisivo: ma per gli appassionati di fumetti gioverà sapere che il personaggio (e il volto) interpretato da Redford è il diretto ispiratore di un celebre fumetto: Ken Parker

Pollack fa anche un film molto particolare, Yakuza, la cui sceneggiatura ha la paternità di Paul Schrader, autore poi, in larga misura, anche di Taxi Driver. Pollack, per difendersi dalle pressioni delle major si impegna proprio da questo film a produrre anche i film, sia propri che altrui, con il logo della Mirage Productions.

Un altro film fondamentale è Diritto di cronaca del 1981, con Paul Newman (che Pollack non dirigerà mai assieme a Redford), poi Tootsie con Hoffman e la Lange, la sua prima commedia di un regista usualmente ben più attento a temi "impegnati". Perde il confronto contro Gandhi, ma verrà poi inserita al secondo posto tra le migliori 100 commedie statunitensi dall'American Film Institute. In ogni caso è proprio questo film che gli permette di disporre di un budget di oltre 30 milioni di dollari per girare La mia Africa, ancora con Redford; romantico e passionale, questo film ottiene 128 milioni di dollari e vince ben 7 oscar degli undici a cui era stato nominato. È certamente il maggiore dei trionfi di Pollack e stavolta riesce a vincere contro un avversario molto accreditato, il dramma intimista Il colore viola di Steven Spielberg. Ma altrettanto certamente, è anche il segno dei tempi: la storia d'amore, che era comprimaria del cinema 'impegnato' che negli anni '70 era in auge, qui diventa la ragion d'essere del film, mettendo il conflitto politico nello sfondo.

Sembra l'ultimo ruggito del vecchio leone, visto che Havana, del 1990, non ha successo né per la critica, né per il pubblico. Ma come produttore è determinante per un film che, invece, di successo ne ha: Presunto innocente. Poi segue Il socio con Tom Cruise, del '93. Costruito su misura per il divo, fu un film di successo; 6 anni dopo lo avrebbe poi incontrato quando entrambi parteciperano all'ultima fatica di Kubrick. Ma intanto perde ancora sia con Sabrina del '95, remake del celeberrimo lungometraggio di Billy Wilder con Audrey Hepburn, che con Destini incrociati la sfida. Con questo film del '99 si chiude piuttosto mestamente la sua ventennale carriera di regista.

Un consuntivo

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Pollack è stato regista di 21 film e aveva partecipato come attore in circa trenta tra film e show televisivi.

Corvo Rosso non avrai il mio scalpo e I tre giorni del condor sono film che hanno fatto letteralmente epoca. Come premi il più grande successo è stato il molto più tardo La mia Africa (Out of Africa) del 1985, con Meryl Streep e Robert Redfort, con il quale vinse ben sette premi Oscar, due David di Donatello e tre Golden Globe.

Il regista fu sin dagli inizi in grado di portare grandi novità. Negli anni Settanta, infatti, si presentò con il western Corvo rosso non avrai il mio scalpo al festival di Cannes che, a detta del Mereghetti (il dizionario di film), risulta essere «uno dei contributi più significativi nella revisione del genere».

Tra le altre sue produzioni non si possono dimenticare film come Tootsie del 1982, con Dustin Hoffman; Come eravamo (The way we were) del '73, con Robert Redford e Barbra Streisand e, più recentemente, L'interprete, con Nicole Kidman, del 2005.

Come attore non possiamo dimenticare l'importante partecipazione nel film ultimo di Kubrick, Eyes Wide Shut dove interpreta il milionario Victor Zielger. Ma anche altre apparizioni, in serie tv come Will & Grace e I Soprano.

Pollack lascia la moglie Claire Griswold e le due figlie Rebecca e Rachel.

Come aggiunta a quanto sopra, da ricordare che alla notizia della morte di Pollack alcune televisioni hanno prontamente mandato in onda alcuni dei suoi film: Retequattro con Tootsie, La7 con Come eravamo.