Sedici islamici convertiti al cristianesimo in Iran rischiano la condanna a morte

venerdì 1 agosto 2008

Fonti ufficiali iraniane hanno riferito dell'arresto di 16 persone a Malakshahr, nella provincia di Esfahan. Il gruppo, composto da sei donne, otto uomini e due adolescenti, è accusato di conversione dall'Islam al Cristianesimo; qualora i sedici fossero realmente ritenuti colpevoli di apostasia, verrebbero condannati a morte.

Le chiese evangeliche di Isfahan hanno ricevuto un ordine che gli impone di non accettare o aiutare nella conversione alcun musulmano. Ciononostante, in una piccola abitazione trasformata in una chiesa evangelica, tre persone hanno ricevuto il sacramento del Battesimo, venendo poi arrestate.

I proprietari della casa-chiesa sono una coppia di anziani che, secondo le fonti locali, sarebbero stati picchiati per poi essere trasferiti in una prigione.

Lo scorso aprile, altri 10 cristiani erano stati arrestati a Shiraz.

In accordo alle tradizioni islamiche, l'atto di abbandono della fede musulmana, denominato come crimine di Apostasia, è in diretto contrasto con le parole del Profeta, e per questo deve essere punito con la morte. Un disegno di legge è attualmente all'esame del parlamento iraniano, e, qualora venisse approvato, legalizzerebbe la condanna a morte del gruppo.


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Questo articolo, o parte di esso, deriva da una traduzione di Sixteen Christian converts arrested in Iran; facing death penalty, pubblicato su Wikinews in inglese.