Myanmar: cominciano gli scontri a Yangon

Yangon, mercoledì 26 settembre 2007

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Sono cominciati gli scontri in Myanmar dopo che le autorità militari avevano minacciato la repressione. Dopo otto giorni di proteste pacifiche la polizia e l'esercito, sfruttando il coprifuoco imposto da ieri nelle ore notturne, hanno impedito stamane che i monaci uscissero dalle pagode, circondando i sei principali monasteri di Yangon.

I monaci ed i cittadini hanno ugualmente tentato di scendere in strada, venendo caricati dalla polizia che ha fatto pesante uso di lacrimogeni e bastoni e che avrebbe ripetutamente sparato in aria. Il bilancio provvisorio è di almeno tre monaci deceduti (forse cinque, comunque almeno sei i morti in totale), decine di feriti e centinaia di arresti tra i cittadini in piazza. Due cortei di monaci, che hanno raccolto un grosso seguito di cittadini superando le diecimila persone, sarebbero comunque in marcia nella ex capitale, uno dei quali diretto verso la residenza di Aung San Suu Kyi, leader vincitrice delle elezioni nel 1990 ed agli arresti domiciliari. La leader politica sarebbe anche stata trasferita in carcere.

Simili situazioni sarebbero presenti in altre città del Paese, in particolare a Sittwe con quindicimila manifestanti, anche se la scarsissima copertura giornalistica in Myanmar rende difficile il flusso di notizie.

Forte preoccupazione ed invito alla moderazione sono giunti da Giappone, Unione Europea e Stati Uniti, mentre su richiesta britannica questa sera si riunirà il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Fonti