Birmania: Asianews diffonde immagini choc di monaci torturati e uccisi

venerdì 26 ottobre 2007

Nota: alcuni dei contenuti di questa pagina potrebbero essere considerati scabrosi o turbare la sensibilità personale - Leggi il disclaimer
Segui lo speciale Crisi in Myanmar 2007
su Wikinotizie.

L'agenzia di stampa cattolica Asianews, gestita dal Pontificio Istituto per le Missioni Estere ha diffuso due immagini di monaci del Myanmar torturati e uccisi, spedite da una fonte anonima che ha riferito di aver rubato segretamente in un obitorio le foto che presentiamo nella galleria in calce all'articolo.

Le immagini, che riportiamo in forma integrale, per gentile concessione dell'agenzia già citata, descrivono in modo inequivocabile le violenze che moltissimi monaci hanno subito durante le manifestazioni avvenute nelle settimane scorse per protestare contro la giunta militare che da quasi due decenni governa il paese e che ha già represso nel sangue diverse dimostrazioni del popolo e dei partiti di opposizione.

Protagonista principale della lotta per la democrazia nell'ex Birmania è Aung San Suu Kyi, già Premio Nobel per la Pace nel 1991, che appena un anno prima di essere insignita dell'importante riconoscimento, stravinse le elezioni politiche con il suo partito Lega Nazionale per la Democrazia che il regime decise di concedere, ma che vennero prontamente annullate dai militari al governo, i quali, con San Suu Kyi eletta come primo ministro, avrebbero dovuto lasciare il comando. Sulla sorte attuale di Aung San Suu Kyi rimangono moltissimi dubbi, soprattutto legati ai numerosi trasferimenti che ha subito, dagli arresti domiciliari alle prigioni segrete; il premio nobel ha incontrato, negli ultimi giorni, un ministro del regime, il che potrebbe far pensare ad una spaccatura nel governo.

Nel mese di settembre di quest'anno, con una partecipazione che via via è andata aumentando, passando dall'adesione dei soli monaci a quella dei cittadini che hanno difeso con veri e propri cordoni umani i bonzi, il regime ha dato il via ad una repressione sanguinosa che secondo le fonti ufficiali ha provocato la morte di sole 11 persone, ma che secondo le poche testimonianze giunte all'estero avrebbe provocato centinaia di vittime, come quelle che le foto mostrano, uccise con incredibile violenza. Oltre ai cittadini del Myanmar, sono rimasti uccisi negli scontri due giornalisti, il giapponese Kenji Nagai e un altro di nazionalità tedesca.

La fonte, insieme alle fotografie, ha lanciato un messaggio: «Il mondo sappia che c'è bisogno di molto più che una semplice condanna di questi bastardi della giunta». Anche i giornalisti di Asianews hanno duramente criticato le reazioni della comunità internazionale alla vicenda, ritenute troppo leggere e poco efficaci nei confronti della mancanza di rispetto dei diritti umani operata dalla giunta birmana.

Galleria immagini

Fonti

Ricerca originale
Questo articolo (o parte di esso) si basa su informazioni frutto di ricerche o indagini condotte da parte di uno o più contributori della comunità di Wikinotizie.
Vedi la pagina di discussione per maggiori informazioni.