Francia: Emmanuel Macron rieletto malgrado la spinta dell'estrema destra e le astensioni: differenze tra le versioni

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A differenza della sua prima elezione nel 2017, la vittoria di Macron è lungi dall'essere trionfale: l'astensione ha toccato cifre da record (28%), così come i voti bianchi e nulli. Inoltre un candidato di estrema destra ha superato per la prima volta la sbarra del 40%, con 41,46% dei suffragi. Macron, da parte sua, è stato rieletto col 58,54% dei voti.
 
Macron è stato quindi riconfermato per altri 5 anni alla testa della V Repubblica Francese, ma sulla sua vittoria pesano diverse ombre. Il secondo turno dell'elezione presidenziale, prima di tutto, è stato monopolizzato dalla destra parlamentare, il che ha scoraggiato buona parte dell'elettorato che non si è ritenuto rappresentato dai candidati in lizza. Non per nulla, il neo-presidente ha incentrato il suo discorso di vittoria sull'unione dell'elettorato, riconoscendo le differenze e ringraziando quegli elettori che lo hanno votato al secondo turno pur non condividendone le idee. Questi ultimi hanno espresso la loro preferenza per Macron unicamente per fare ''barrage'' a Marine Le Pen – per innalzare una "diga" contro l'avanzata dell'estrema destra xenofoba in Francia.
 
Il programma di Macron, molto orientato a destra, ha subito un'inflessione verso tematiche più care alla sinistra fra i due turni, con lo scopo di attirare i voti di {{Link Wikipedia|Jean-Luc Mélenchon}}, il candidato di sinistra sconfittoarrivato terzo al primo turno e quindi escluso dal ballottaggio. Si è quindi piazzatodichiarato fortemente contro la politica xenofoba, filo-russa e anti-europeista di Le Pen e a favore di una transizione ecologica lontano dalle {{Link Wikipedia|energie fossili|Combustibile fossile}}, cercando di raggruppare attorno a sé il consenso che gli era stato negato dalle classi sociali più deboli durante ilbuona parte del suo primo mandato. La [[Francia, "gilet gialli" in piazza contro il caro benzina|rivolta dei "gilet gialli"]], repressa in modo autoritario da Macron, aveva fortemente contestato le sue decisioni in politica sociale e il caro-vita subito dai francesi.
 
Ma l'ombra più grande è portata dalle elezioni amministrative dietro la porta. La maggioranza di Macron, risultati elettorali alla mano, non ha i numeri per governare sola. Durante il suo discorso di ieri, pronunciato sotto la Torre Eiffel, Macron ha evocato "un’era nuova che non sarà la continuazione del quinquennato che si chiude", riconoscendo la necessità di abbandonare la politica seguita finora, tacciata di "deriva autoritaria" dai suoi oppositori, anche con l'obiettivo di raggruppare quanti più consensi attorno a sé nelle elezioni a venire.
 
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|data = 25 aprile 2022
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